“Scambio elettorale politico-mafioso”. È la contestazione ipotizzata dal pubblico ministero della Dda di Lecce Milto Stefano De Nozza, a carico dell’ex direttrice del carcere di Taranto ed ex consigliere comunale di Taranto, Stefania Baldassari. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) aveva già sospeso Baldassari dall’incarico di direttrice del carcere con due provvedimenti: uno di luglio, l’altro di settembre. L’ipotesi accusatoria del pm è contenuta nel decreto di perquisizione, con valore di informazione di garanzia, notificato all’indagata al momento della perquisizione disposta dal magistrato ed eseguita dai militari del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Taranto.
La perquisizione ha portato al sequestro del telefono cellulare dell’ex direttrice del carcere. Il procedimento ha preso spunto dal contenuto di alcune intercettazioni e dalle dichiarazioni rese da una testimone nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm della Direzione Distrettuale antimafia, De Nozza, sul gruppo che avrebbe fatto capo al tarantino Michele Cicala. Nel mirino, il presunto appoggio elettorale che lo stesso gruppo Cicala avrebbe fornito a Stefania Baldassari all’epoca della sua candidatura a sindaco, per uno schieramento tra civici e centrodestra, nelle consultazioni amministrative del 2017. Una ipotesi che si regge sulle dichiarazioni messe a verbale da una avvocata tarantina, dopo che un suo dialogo era stato intercettato dagli investigatori. In particolare, la legale ha riferito sul presunto sostegno che Cicala e i suoi presunti complici avrebbero fornito alla Baldassari in termini di voti.
Nel decreto di perquisizione, che rappresenta il primo passo di un’attività che va considerata in una fase sostanzialmente iniziale, si fa riferimento anche ai numerosi voti che Antonio Cannone, all’epoca candidato al consiglio comunale in una lista collegata alla Baldassari, avrebbe ottenuto nella sezione di Tramontone, zona ritenuta punto di riferimento per le attività contestate a Cicala e ai suoi presunti complici.
Sia Baldassari che Cannone sono stati consiglieri comunali di opposizione a Taranto sino ad un mese fa ed entrambi, insieme ad altri 15 consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, hanno firmato le dimissioni dall’assemblea civica provocandone così lo scioglimento anticipato rispetto alla fine della consiliatura (primavera 2022) e, conseguentemente, la fine dell’amministrazione comunale di centrosinistra e l’arrivo a Palazzo di Città di un commissario.In attesa del decreto di definitivo scioglimento da parte del presidente della Repubblica, il Consiglio comunale di Taranto è stato sospeso con provvedimento del prefetto di Taranto. (AGI)
TA1/SAR
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