VERTICE GOVERNO SINDACATI SU EX ILVA: SINDACATI INSODDISFATTI (2 VIDEO)

L'ESITO DEL CONFRONTO NON CONVINCE

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Si è concluso a Roma il vertice Governo- sindacati sulla situazione di Acciaierie d’Italia e dello stabilimento siderurgiico di Taranto.

INTERVISTA MICHELE DE PALMA – SEGR. NAZ. FIOM CGIL

“Le lavoratrici e i lavoratori dell’ex Ilva si sono battuti insieme alle organizzazioni sindacali in maniera unitaria per un cambio di gestione dell’azienda che determinasse la ripartenza della produzione di acciaio e il ritorno al lavoro di tutti in sicurezza.
Abbiamo esposto al Governo e ai commissari straordinari la condizione dei lavoratori all’interno degli impianti. Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo, per noi vale l’accordo del 2018 e per realizzarlo servono le risorse adeguate.
Il Governo ha annunciato ulteriori 150 milioni di euro che si aggiungono ai 150 milioni già riconosciuti e che servono a transitare l’azienda fino al riconoscimento del prestito ponte di 320 milioni di euro, per un totale complessivo di 620 milioni di euro.
Sta passando troppo tempo e le risorse non bastano. Le nozze con i fichi secchi non si fanno.
Per la ripartenza è necessario che si facciano le manutenzioni ordinarie e straordinarie, come da noi sollecitato e confermato dai commissari straordinari, per garantire il rilancio della produzione di acciaio, l’ambiente e l’occupazione.
I commissari straordinari hanno presentato le iniziative necessarie per ottenere dall’Unione Europea il prestito ponte dei 320 milioni di euro. Quello di oggi è stato un primo confronto non esaustivo sulla situazione industriale e occupazionale di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria visto che si è ridotto il numero dei lavoratori attivi e si continua con un uso massiccio di ammortizzatori sociali per i lavoratori i diretti e dell’indotto.
Il percorso è tutto da costruire a partire dalla incontro del 7 maggio prossimo in cui si entrerà nel merito della condizione dei lavoratori all’interno degli stabilimenti”.

Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil

INTERVISTA FERDINANDO ULIANO (SEGR. NAZ. FIM CISL)
Palombella (Uilm): “Non condividiamo linee guida piano industriale, vogliamo certezze e garanzie occupazionali”
“Le linee guida che ci hanno presentato oggi i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia non sono condivisibili né sul metodo né sul merito perché si fa solo la fotografia della situazione attuale, non dando le necessarie certezze per il futuro. Le linee guida del piano industriale che verrà presentato all’Unione europea per chiedere il prestito ponte non ci soddisfano e non garantiscono una solida prospettiva produttiva e occupazionale perché abbiamo tre altoforni che hanno pochi anni di vita e non ci sono alternative adeguate. Inoltre, i due forni elettrici prospettati, che entrerebbero in funzione non prima di tre anni, non potranno garantire una produzione sufficiente ad assicurare il futuro e la sostenibilità dell’ex Ilva. Solo il rifacimento dell’Afo 5, con le migliori tecnologie ecosostenibili e con una produzione annua di 4 milioni di tonnellate, ci darebbe una solida prospettiva industriale, produttiva e occupazionale. Ma il Governo ha detto che non è fattibile per l’eccessivo costo e per le attuali regole europee, mentre si preferisce spendere centinaia di milioni di euro per il rifacimento di altoforni che avranno una vita breve. A due mesi dall’avvio dell’amministrazione straordinaria non vediamo nessun miglioramento tangibile rispetto alla precedente gestione fallimentare. Si continua a navigare a vista, senza alcuna certezza e tutto questo è inaccettabile”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm. “Dal Governo e dai commissari – aggiunge il leader Uilm – non abbiamo ricevuto nessuna garanzia sui lavoratori dell’appalto e sui crediti pregressi delle aziende dell’indotto che stanno avendo delle difficoltà a riceverli. Per noi resta valido l’accordo del 2018, l’unico firmato dalle organizzazioni sindacali, che garantisce l’occupazione per tutti, compresi i 1.500 lavoratori in Ilva As”.
“Nell’incontro ci è stato detto che nelle prossime settimane le aziende che hanno manifestato interesse per l’acquisto dell’ex Ilva faranno visita negli stabilimenti – continua Palombella – ma alle attuali condizioni, con impianti fermi e fatiscenti, rischiamo di far scappare i potenziali compratori”.“Rimaniamo in attesa di conoscere il dettaglio del piano industriale per arrivare a un giudizio definitivo – conclude – siamo consapevoli delle difficoltà e della situazione disastrosa ma ci aspettavamo più concretezza”.

Spera (Ugl Metalmeccanici):”Presentato dai Commissari una ipotesi del nuovo piano industriale”.

“E’ appena conclusa a Palazzo Chigi la riunione tra Governo e sindacati sull’Ex Ilva di Taranto. Per il Governo presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in video collegamento, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. L’Ugl Metalmeccanici presente all’incontro con Antonio Spera, Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici e Alessandro Dipino, territoriale di Taranto.

“Dall’incontro di oggi è emersa una sorta di ipotesi del nuovo piano industriale che arriverà a suo completamento nel 2027 con la costruzione di due forni elettrici, dove i lavori inizieranno nel 2025 e che dovranno produrre: 4 milioni di tonnellate di acciaio all’anno per un totale di produzione di 6 milioni di tonnellate ogni anno a Taranto, mentre l’autorizzazione del nuovo piano prevede la produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Nell’immediato per dare continuità alla produzione dei stabilimenti, oltre ai 150 Mln di euro già messi in campo e a disposizione dei commissari, ci sarà anche un’altra possibilità di ulteriori 150 Mln di euro oltre ai 320 Mln del prestito ponte per un totale di, 620 Mln di euro per iniziare a produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio dal 2025. Nella seconda metà di maggio sono state programmate delle visite presso gli stabilimento ex Ilva di società che hanno manifestato interesse per il possibile acquisto del polo siderurgico e visiteranno gli impianti: successivamente si potrebbe procedere ad una assegnazione qualora, i soggetti industriali diano delle garanzie di acquisizione degli interi impianti del siderurgico più grande d’Europa. Inoltre emerge dall’incontro di oggi che l’altoforno 5 non rientra nel nuovo piano industriale presentato, sul quale merita un ampio approfondimento. I Commissari hanno ribadito che sono garantiti gli attuali livelli occupazionali di tutti i lavoratori. Il 7 maggio p.v. – conclude Spera – è calendarizzato un nuovo incontro con in Commissari e organizzazioni sindacali nella sede di Confindustria di Roma in Viale dell’Astronomia”.

USB: “Sul piano ancora troppe incognite, serve subito percorso che affronti nel merito ogni tematica”.

Oggi, a Palazzo Chigi,  la nostra delegazione è stata ricevuta dai Ministri Urso e Calderone, accompagnati dal sottosegretario di Stato Mantovano. Presenti anche i Commissari incaricati a dirimere la vertenza Ex Ilva.

L’incontro aveva la finalità di presentare una bozza in termini generali del cosiddetto piano industriale e di rilancio di Acciaierie D’Italia, spiegando nel merito il punto di partenza della gestione dei commissari, resa complessa dalle scelte industriali e commerciali che hanno interessato gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e che hanno portato ai minimi termini la produzione che si attesta a 1 milione e 600mila tonnellate.

Il Governo ed i Commissari hanno quindi spiegato l’intenzione di creare le condizioni per far marciare due impianti entro fine agosto, portandoli a 3 in marcia entro il 2025 e quindi facendo salire la produzione a 6mln di tonnellate di acciaio all’anno.

In tale contesto, viene affrontato anche il tema del futuro degli stabilimenti Ex Ilva, nel quadro della transizione ecologica europea, dove l’indicazione è quella della costruzione di 2 forni elettrici, con l’obiettivo di mantenere invariato il target produttivo di 6mln di tonnellate, un numero ben al di sotto degli obiettivi sottoscritti nel 2018. Emerge con altrettanta chiarezza che viene escluso in tale percorso il rifacimento dell’altoforno n.5.

Per USB, bisogna entrare subito nel merito degli argomenti trattati oggi, mettendo giù con chiarezza una ipotesi organica di metodo di discussione e di programmazione delle scelte industriali oggi trattate solo superficialmente.

Bisogna soprattutto parlare dei lavoratori e del modo in cui si affronta il piano di garanzia e messa in sicurezza di tutti i lavoratori, anche dei 1700 lavoratori di Ilva in AS oggi lasciati fuori dalla discussione. Stesso discorso per i lavoratori dell’appalto su cui anche oggi abbiamo chiesto conto al Governo.

USB ha già fornito delle proposte concrete, a previsione di impatti occupazionali pesanti. Per noi, l’intervento va prodotto prima, garantendo regole innovative sul diritto al riconoscimento di lavoro usurante, l’amianto, l’accompagnamento alla pensione.

La sostanza è che questa bozza di piano industriale apre il tema dei lavoratori e di come gestirli, lo diciamo con estrema chiarezza.

Il Governo risponda alle proposte presentate da USB, per trovare soluzioni a lavoratori in carne ed ossa che in questo momento stanno facendo la fame e che non possono aspettare i tempi lunghissimi prospettati di realizzazione di questo piano industriale tutto da verificare.

Francesco Rizzo, Sasha Colautti
Esecutivo Nazionale Confederale
Unione sindacale di Base

 

 

 

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