di ALESSANDRA MACCHITELLA
C’è una storia tutta tarantina, fatta di ritrovamenti, mercatini dell’usato, social e umanità.
Elena Schirano è una dirigente scolastica in pensione. Nata a Lizzano si è poi trasferita a Roma e ama curiosare tra bancarelle di libri vecchi e usati. «A volte si trovano libri ormai usciti fuori dai circuiti editoriali – ha spiegato Elena – e qualche mese fa ho acquistato un libro che mi ha colpito per la sua copertina, “Le città morte dell’Ionio” di un certo Concetto Valente, edito da Zanichelli nel 1925». Elena dopo aver acquistato il libro lo mette da parte perché è alle prese con un nuovo trasloco: si torna nella sua Lizzano. «Sono tornata a vivere nel mio paese – ha raccontato Elena – e nei giorni scorsi, ordinando la mia biblioteca, ho ripreso il libro per sfogliarlo e, con mia sorpresa, vi ho trovato una carta d’identità, perfettamente integra. La prima impressione è stata molto forte perché quella signora che oggi avrebbe 133 anni mi ha fatto pensare alla mia bisnonna. L’ho immaginata attraverso i dati riportati sulla carta: i capelli castani, la sua altezza, gli occhi cervoni, la corporatura “giusta”. C’era la sua firma, nella bella scrittura di una volta, una traccia “viva” di questa signora che sembrava parlare dall’altro mondo, come se volesse “tornare a casa”, nella centrale via Di Palma». Il documento ritrovato nel mercatino romano apparteneva quindi a una donna tarantina. «La sensazione che ho provato è stata che non fosse un caso che io, che venivo da Lizzano – ha aggiunto Elena – trovassi a Roma la sua carta d’identità. Mi piace pensare che in qualche modo misterioso la signora volesse essere riportata “a casa”.
Così ho pensato che qualche suo discendente potesse essere interessato ad avere quel prezioso documento e, in un certo senso, custodirne la memoria.Ho pensato, allora, di rivolgermi ai tarantini che fanno parte di vari gruppi Facebook ed ho pubblicato la foto della carta». Così sui social inizia a circolare il messaggio: “Ho trovato questa carta d’identità in un vecchio libro comprato su una bancarella. È stata rilasciata nel 1930 a Taranto. La signora si chiamava Marucci Maria ed era nata il 29 aprile 1889. Abitava in via Di Palma. Ho pensato che potrebbe esserci qualche nipote o pronipote che avrebbe piacere ad avere questo documento della sua congiunta. Se fosse una mia nonna o bisnonna a me farebbe un immenso piacere. Se qualcuno del gruppo può aiutarmi a ritrovare un discendente della signora sarò felice di fargli dono del documento”. Il volto della signora Maria, in bianco e nero dal documento, sembra scrutare curioso ciò che accade intorno a quel messaggio social. «Non immaginavo il grande interesse suscitato in tutti i gruppi – ha specificato l’ex dirigente scolastica – ,in uno dei commenti un signore si è presentato come un pronipote, dicendo che la signora Maria Marucci era la sorella del suo bisnonno. Un messaggio che mi ha fatto un immenso piacere. Ne ho dato notizia ai gruppi Facebook sui quali avevo pubblicato l’annuncio ed ora aspetto di prendere accordi con questo pronipote per consegnargli la carta. Sono certa che, dovunque si trovi, la signora sarà contenta di essere tornata “a casa”».
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