(AGI) Taranto, 13 apr – “Nell’ex Ilva, oggi Arcelor Mittal, siamo sempre il primo sindacato nonostante la fabbrica abbia quasi tremila persone in meno rispetto alla precedente gestione”. Lo ha detto stamattina a Taranto, in una conferenza stampa, Rocco Palombella, segretario generale Uilm, commentando i risultati delle elezioni per il rinnovo del consiglio di fabbrica dello stabilimento pugliese che si è concluso ieri sera. “Fabbrica con meno lavoratori, certo, ma pur sempre il primo complesso industriale italiano – aggiunge Palombella -. Avere il 36,8 per cento di consensi in un’azienda nuova – dato che rappresenta la media del 36 per cento tra gli operai e del 40 per cento tra gli impiegati – è un risultato importante. Non nascondo che queste elezioni erano per noi una incognita. Dopo un primato più che ventennale, i problemi aperti e le difficoltà esistenti, lecito porsi più di un interrogativo. Ma abbiamo tenuto perché ha contato – spiega Palombella – il rapporto con le persone, l’umiltà, l’aver fatto con Arcelor Mittal e col Governo un accordo che alla fine del percorso garantisce l’occupazione a tutti i lavoratori”. Parlando delle assemblee pre-elezioni, Palombella afferma che “i lavoratori ci hanno soprattutto chiesto quale futuro ha questa fabbrica in un territorio così problematico come quello di Taranto e in uno scenario pieno di contraddizioni. La nostra risposta è che la fabbrica può avere futuro se realizza gli investimenti programmati, senza di quelli non ha possibilità di continuità”. Parlando poi di Arcelor Mittal, Palombella sostiene che il gruppo multinazionale riconosce che “malgrado i problemi, lo stabilimento siderurgico di Taranto è un valore aggiunto. Mittal è molto determinato, ha vaste esperienze nel mondo, ma è anche consapevole che Taranto è una realtà importante, che ci sono lavoratori motivati e professionalizzati e impianti, certo da rifare, ma che, a prescindere dalla loro dislocazione, non hanno precedenti nel mondo“.
Palombella Intervenendo sulle questioni ambientali e sull’impatto dell’acciaieria su Taranto, sostiene che “Ci sono dei valori limite da rispettare e, di conseguenza, dei parametri da osservare. Dobbiamo chiedere che quei valori si abbassino ancora, ma non possiamo criminalizzare l’azienda se è dentro quei valori. Ma è noto che l’ex Ilva oggi è un’azienda quasi ferma? E che la sua produzione è di 4,5 mnl di tonnellate a fronte di una potenzialità maggiore? Ha due altiforni spenti, marcia con una sola linea di agglomerato e le due acciaierie funzionano in modo alternato. Eppoi – aggiunge – gli impianti in attività sono quelli rifatti e le cokerie in produzione sono solo quelle rifatte, che i controlli di Arpa Puglia hanno detto che possono produrre. Per me, quindi, il fatto che i dati abbiano detto che le emissioni sono nei parametri non sono una novità. A Taranto da tempo si produce meno ghisa e meno coke”. Circa la possibilità di tenuta dello stabilimento con un passo produttivo ridotto, Palombella spiega che “oggi Arcelor Mittal paga di fitto all’amministrazione straordinaria 180 milioni all’anno. Con quella produzione di 4,5 mnl di tonnellate, la gestione precedente perdeva intorno ai 30 milioni al mese. Ora Mittal ha cominciato a riorganizzare l’azienda e ad abbassare i costi, probabilmente le perdite saranno inferiori, ma è evidente che da questa strettoia deve uscire. Se Mittal non aumenta la produzione, le perdite si consolideranno e diverranno insostenibili per chiunque. Di qui la necessità di accelerare tutti gli investimenti,a partire da quelli ambientali, che sono il vero snodo”.
Per ciò che riguarda il rapporto col governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che per Arcelor Mittal chiede al ministero dell’Ambiente la revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale, Palombella non risparmia critiche. “La Uilm – ricorda – non lo ha mai chiamato. Lui fa una battaglia sulla decarbonizzazione ma senza nemmeno sapere cosa sia. Poi Emiliano ha chiaramente scelto l’Usb come sindacato di riferimento, lo ha detto più volte. Noi rispettiamo le idee di Emiliano, rispettiamo l’Usb che ha un suo consenso tra i lavoratori, ma rimarchiamo che la Uilm resta a Taranto il sindacato di maggioranza, quello che conta”. Palombella rende inoltre noto che è stata la Fim Cisl a volere le elezioni a Taranto “aprendo la relativa procedura e cogliendoci anche di sorpresa. Noi e le altre sigle abbiamo insistito perché si rinviasse l’appuntamento, volevamo dare tempo alla nuova azienda di consolidarsi, ma la Fim Cisl ha insistito. E le nostre regole dicono che se la procedura è corretta, non puoi rifiutarti. L’anticipo della Fim? Forse pensavano di vincere”.
Nella conferenza stampa, Antonio Talò, segretario Uilm Taranto, afferma in riferimento ai dati ambientali del siderurgico, “che a Taranto c’è sempre un problema e non sai mai quando quei dati siano veri o strumentalizzati. Ora che Ispra, Arpa Puglia e Asl li hanno certificati, dobbiamo incalzare l’azienda a fare nei tempi l’Aia ed anche ad accelerarli”. Circa l’eliminazione dell’immunità penale attribuita da una legge ai gestori dell’acciaieria per le condotte relative all’attuazione del piano ambientale (il Governo ha inserito l’abolizione nel decreto “Crescita”), Talò osserva: “Arcelor Mittal ha firmato un contratto. Giusto o sbagliato che sia, in quel contratto ci sono scritte delle cose. L’azienda ha detto: se lo scenario muta, cambia tutto. Ora – prosegue Talò – se si cambia la parte dell’immunità, bisogna vedere come si cambia. Mi auguro che i cambiamenti siano compatibili con le necessità del territorio e dell’azienda, costituendo uno stimolo ad accelare”. Talò infine afferma che non é previsto che il 24 aprile a Taranto il ministro Luigi Di Maio incontri i sindacati metalmeccanici. “Noi come Uilm abbiamo chiesto da mesi a lui e al ministro dell’Ambiente, Costa, un confronto, ma non ci hanno mai risposto – rivela Talò -. Quelli di prima facevano sull’Ilva un decreto legge ogni quattro mesi, questi, invece, sono completamente assenti”. (AGI)
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