“Perche’ abbiamo scioperato all’ex Ilva di Taranto? Sono gia’ passati invano due anni da quando il Governo e il Gruppo franco- indiano hanno concordato l’ingresso di un soggetto pubblico a sostegno del piano di investimenti di Acciaierie d’Italia. Ipotizzare che l’esecutivo sull’ex Ilva di Taranto si sia distratto, e’ affermare il minimo”. Lo afferma il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera. “Il soggetto pubblico, in un primo momento titolare di una quota del capitale sociale dell’azienda e poi proprietario degli impianti – prosegue – sarebbe dovuto entrare nel pieno delle sue funzioni proprio nel maggio di quest’anno, ma la realta’, come ben sanno tutti, e’ ben diversa. E’ il Governo ad essere il garante di questa operazione e di un grandioso progetto di acciaio green, il primo in Europa, che avrebbe dovuto restituire ad una citta’ ferita come Taranto un’entita’ industriale sana, rispettosa dell’ambiente, creatrice di ricchezza e prosperita’” – “Nella realta’ di oggi, assistiamo a procedure di licenziamento collettivo – prosegue il sindacalista – nelle aziende dell’indotto, perche’ non possono piu’ garantire loro ne’ un salario ne’ un futuro lavorativo a causa dei mancati pagamenti di fatture ormai da svariati mesi. C’e’ da chiedersi quale sia la vera strategia di Acciaierie d’Italia e del suo management, visto che a fronte di una domanda sempre piu’ massiccia di acciaio, incrementata dal particolare momento storico, con una guerra in atto ai nostri confini, non si fanno opportuni investimenti ne’ si cerca di ottenere nuove commesse. Soprattutto c’e’ da domandarsi quale sia il destino dei lavoratori”. Spera conclude: “Vi e’ piu’ che mai la necessita’ di aprire un tavolo, serio, al quale far partecipare tutti gli attori principali, ognuno dei quali dovra’ assumersi le proprie responsabilita’, dal quale assumere decisioni non piu’ procrastinabili: dal dissequestro degli impianti all’approvazione del piano ambientale, dall’ingresso di Invitalia, come socio di maggioranza con aumento di capitale, alla piena occupazione dei lavoratori attualmente nell’organico, compresi quelli di Ilva in As e quelli rami d’azienda”
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