TURCO: “IL DISASTRO DEL GOVERNO MELONI”

L'INTERVENTO DEL VICE PRESIDENTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

760

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sen. Mario turco, vice presidente nazionale del Movimento 5 Stelle, sulla situazione del Governo Meloni.

Il governo Meloni prova a gettare fumo negli occhi e a nascondere il disastro economico certificato dall’ultimo rapporto Istat. Un vero bollettino di guerra: Pil in regressione di -0,4%; occupazione diminuita di 73.000 unità lavorative; disoccupazione   +0,2 a luglio; inflazione del carrello della spesa +10%; caro mutui +75%; aumento medio benzina da 1,68 a 1,96 euro; erogazione credito alle imprese -3,7%; indice fiducia imprese -2 punti; Pnrr spesi appena 2 miliardi di euro su 33 miliardi.
A questo disastro, si aggiunge che, secondo Assoutenti, gli italiani vanno incontro a una stangata d’autunno da 1600 euro a famiglia con i previsti rincari di 190 euro per gli alimentari, 95 euro per i libri e il materiale scolastico, oltre 100 euro per i carburanti e1000 euro in più per i mutui.
Sulla prossima manovra di bilancio, inoltre, il Governo Meloni ha già messo le mani avanti facendo intendere che le risorse sono poche a causa del Superbonus, raccontando l’ennesima menzogna riferita ai presunti sprechi di questa misura, certificati insignificanti dalla Guardia di Finanza pari allo 0,5% delle risorse stanziate.
In realtà, parliamo di una misura che ha prodotto la crescita del Pil dell’11% nel biennio 2021-2022, oltre un milione di posti di lavoro, incrementato il gettito fiscale per lo Stato, benefici ambientali e risparmi per le famiglie. Sul tema uno dei principali istituti di ricerca, Nomisma, ha calcolato che a fronte di una spesa di 87 miliardi, lo Stato ha avuto benefici diretti e indiretti per oltre 200 miliardi di euro. Una misura, quella del Superbonus non solo copiata dagli Stati Uniti e dalla Germania, ma che ha permesso di uscire dalla crisi pandemica e che ha salvato un settore, l’edilizia, che oggi senza quella scelta sarebbe morto.
Dire che è solo un costo sulle spalle dei cittadini è una menzogna e fa capire quanto il Governo Meloni sia del tutto impreparato ad affrontare il tema degli investimenti e della crescita economica.
Con questa ennesima narrazione distorta si prepara a far affrontare al Paese una manovra lacrime-e-sangue, improntata all’austerità e senza il becco di un euro per gli investimenti, lo stato sociale, la riduzione della pressione fiscale, il lavoro, l’aumento dei salari e delle pensioni.
Le priorità, invece, sarebbero: dare ossigeno ai lavoratori e alle imprese rendendo strutturale e potenziando il taglio del cuneo fiscale, irrobustire le buste paga dei lavoratori con una legge sul salario minimo legale, salvaguardare e rilanciare gli investimenti in sanità, sul welfare.
Questo governo vuole coprire l’imbarazzo dei propri insuccessi scaricando le responsabilità altrove quando è sotto gli occhi di tutti che in un anno ha prodotto un aumento della disoccupazione, una riduzione del Pil, non ha fatto nulla contro il caro-mutui, il caro-carrello e il caro-benzina, l’inflazione.
La crescita sembra ferma e le prospettive non sono rosee neppure per il 2024. La fiducia dei consumatori scende ormai da due mesi consecutivi, mentre l’inflazione e i mancati aumenti salariali erodono il potere d’acquisto: -7,5% in un anno, la diminuzione più grave fra i grandi Paesi Ocse.
Insomma una sciagura per tutto il Paese. E a pagarne le conseguenze maggiori sarà senza dubbio maggiormente il Sud, che viene lasciato irrimediabilmente indietro assieme ai più fragili e agli indigenti.
Tale manovra d’austerità che sta approntando il governo Meloni, svela l’ipocrisia di una destra che straparla dei livelli essenziali nelle prestazioni (lep) ma non si premura di reperire le risorse necessarie per garantirli. Di fatto stanno allargando in maniera irreparabile quella faglia di diseguaglianza che già divide ampiamente Nord e Sud. Vogliono dividere i cittadini in serie A e B.
Senza dimenticare il muro di gomma alzato da questo Governo su misure di dignità come il salario minimo che contrasterebbero il lavorio precario in un Paese divorato da instabilità e incertezza.
Ci sono quasi 4 milioni di lavoratori che attendono di vedere i propri stipendi alzarsi con questa misura. L’impegno del M5S negli anni ha allargato il consenso del Parlamento sul salario minimo legale, su cui prima eravamo quasi i soli a premere mentre ora anche il mondo imprenditoriale si è schierato a favore del salario minimo.
II Movimento continuerà a battagliare per gli ultimi e per coloro che questo governo vuole lasciare indietro. Non si è arreso in 10 anni, non si arrenderà certo ora che il salario minimo è una priorità per i cittadini alle prese con il carovita.
SEN. MARIO TURCO

Comments are closed.