TEATRO, LA “LUNGA GIORNATA VERSO LA NOTTE”
La stagione di prosa del Comune di Taranto. Il 6 e 7 marzo all'Orfeo
Per la stagione di prosa 2017/18 del Comune di Taranto e del Teatro Pubblico Pugliese martedì 6 marzo -alle 21 e mercoledì 7 marzo -alle 18, al Teatro Orfeo di Taranto andrà in scena “LUNGA GIORNATA VERSO LA NOTTE”, di Eugene O’ Neill, Produzione: TieffeTeatro Milano, con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Rosario Lisma, Riccardo Buffonini; scene di Dario Gessati, luci di Mario Loprevite, regia di Arturo Cirillo.
Per concludere la trilogia, nata qualche anno fa da un desiderio di un incontro scenico tra me e Milvia Marigliano, ho scelto Lunga giornata verso la notte di Eugene O’ Neill. Dopo i fortunati Zoo di vetro di Wiiliams e Chi ha paura di Virginia Woolf? di Albee, ci confrontiamo con un altro grande drammaturgo statunitense. È sempre la famiglia quella che si mette in scena, come se il grande sogno americano non potesse se non partire da lì, dove tutto ha inizio e dove tutto a volte si conclude. Una lunga notte, ancora in compagnia di un fiume di alcol, questa volta con in più anche il senso di una malattia, e la dipendenza da droghe. Come nei due testi già portati in scena, anche qui ciò che m’interessa non è tanto uno spaccato americano, per di più in questo caso con personaggi d’origine irlandese, ma la forza dei dialoghi e la possibilità di costruire quattro grandi interpretazioni. E se negli spettacoli precedenti avevo usato un impianto volutamente non naturalistico per uscire dal melò e da una certa convenzionalità, qui è il teatro nel suo chiaro essere ad apparirmi alla mente. Il capofamiglia è un attore, dalla carriera incerta, il suo primogenito è stato un attore senza motivazioni, ma costretto a recitare dal padre, desideroso di vederlo in qualche modo sistemato. Ma attori li possiamo considerare tutti e quattro i protagonisti di questa rappresentazione di una lunga nottata, dove la nebbia è data dalla macchina del fumo, dove gli attori/personaggi escono e rientrano nel proprio camerino, come nella propria solitudine. Il testo di O’ Neill mi si è rivelato come un’ enorme celebrazione dell’immaginazione, dove i personaggi hanno continuamente un doppio binario di menzogna e verità, ma per citare il titolo di un libro di Elsa Morante, a vincere è il sortilegio: della droga, dell’alcol, ma soprattutto del teatro.
Arturo Cirillo
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