L’ennesimo viaggio della speranza e della sofferenza. Sono sbarcati a Taranto i 126 naufraghi salvati in acque maltesi, a 100 miglia marine dalla costa libica, dalla nave Humanity one della ong tedesca Sos umanity.
I profughi, prevalentemente di nazionalità siriana, sono giunti nel porto jonico in buone condizioni fisiche, al di là di qualche caso di scabbia, ma in una situazione di grave prostrazione psicologica. Prima del viaggio si sarebbero verificati anche episodi di violenza sessuale. Più di una trentina i minori soccorsi, quasi tutti non accompagnati, oltre ad un neonato di appena 15 giorni, nato in un centro di detenzione libico.
I migranti sono stati soccorsi mentre erano a bordo di un barchino alla deriva, tra onde alte due metri, una situazione di buio e di grande spavento sottolinea Viviana di Bartolo, coordinatrice ricerca e soccorso Humanity One.
La macchina dell’accoglienza non avuto sbavature: presenti Polizia, carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Croce Rossa Italiana,
La Humanity 1 doveva sbarcare a Ortona: destinazione sconsigliata per le cattive condizioni meteo. Lukas Kaldenhoff, addetto stampa e coordinatore sulla nave di Humanity 1, ha segnalato la lentezza con cui le autorità italiane hanno deciso il porto di sbarco alternativo, poi individuato in Taranto.
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