Procedono serrati i controlli della Guardia Costiera su tutta la filiera della pesca nell’ambito del Compartimento marittimo di Taranto.
Nella mattinata del 21 ottobre, l’equipaggio del gommone A85 della Capitaneria di porto di Taranto, durante i consueti servizi di pattugliamento degli specchi acquei portuali e della fascia costiera di giurisdizione, ha accertato l’attività di pesca di frodo da parte di un soggetto sorpreso a utilizzare una rete da posta di tipo tremaglio, della lunghezza di 150 metri, in violazione delle norme che disciplinano l’impiego di tale tipologia di attrezzatura, consentita solo ai pescatori professionali imbarcati su di unità da pesca regolarmente iscritte nei Registri delle navi minori e dei galleggianti tenuti dalle Capitanerie di porto e munite di idonea licenza rilasciata dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
All’uomo, che effettuava la pesca a bordo di un natante da diporto, è stata irrogata una sanzione amministrativa da 1000 euro, che si è aggiunta al sequestro della rete.
Il prelievo di prodotti ittici effettuato da soggetti privi delle necessarie autorizzazioni per l’esercizio della pesca professionale, effettuato oltre i limiti previsti in ambito sportivo e ricreativo (pari a 5 chilogrammi giornalieri per pescatore), rientra a pieno titolo nel novero delle cosiddette pesche illegali, vietate dalla normativa nazionale e da quella comunitaria
Il contrasto a tale tipologia di pesca illecita, che nel suo complesso incide in maniera assai negativa sulla consistenza degli stock ittici marini, rappresenta un preciso obbligo dell’Italia quale Stato membro dell’Unione europea e rappresenta uno dei compiti d’istituto più rilevanti tra quelli svolti dalla Capitaneria di porto – Guardia costiera.
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