Sono quattro, per ora, i candidati sindaci in corsa per le comunali di Taranto che si terranno nella prossima primavera. Si tratta di Rinaldo Melucci, Walter Musillo, Massimo Battista e Luigi Abbate. Melucci, Pd, è il sindaco uscente. È a capo di una coalizione che terrà insieme Dem, M5S, Leu ed altre forze del centrosinistra, tra partiti e liste civiche. M5S sosterrà Melucci già dal primo turno e obiettivo di Pd e pentastellati è ripetere a Taranto il modello Napoli dove é stato eletto sindaco l’ex ministro del Governo Conte II, Gaetano Manfredi. Musillo, ex segretario provinciale Pd Taranto, partito da cui é uscito nel 2018, è stato candidato (non eletto) nel centrosinistra alle regionali pugliesi nel 2020 a sostegno del governatore Michele Emiliano, ed ora guida la “Grande alleanza per Taranto”.
Quest’ultima comprende il Patto per Taranto – dove ci sono i consiglieri comunali che, firmando le dimissioni, a novembre hanno determinato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale -, i tre partiti del centrodestra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega ed altre realtà che vanno dalla sinistra (Sds) alla destra (At6, movimento nato con l’ex sindaco e deputato Giancarlo Cito). Oggi Musillo ha aggregato un’altra civica: Insieme.
Melucci e Musillo hanno gli schieramenti più corposi. Battista, invece, è il candidato sindaco di “Una città per cambiare” insieme ad altre due liste civiche. Sia Melucci che Musillo – già attivi sui canali social – sono entrambi imprenditori-operatori portuali. Battista è un operaio di Ilva in amministrazione straordinaria (attualmente in cassa integrazione) ed è stato eletto nel 2017 nell’M5S, uscendone però nel 2018 a causa della vicenda Ilva e il passaggio ad ArcelorMittal, mentre Abbate è un giornalista televisivo. Melucci ha già presentato il suo programma che riprende il lavoro fatto nei quattro anni e mezzo di amministrazione e punta tra l’altro su sostenibilità e ambiente, proseguimento del recupero della città vecchia, nuovo modello di economia, con apertura a mare e turismo, decarbonizzazione del siderurgico. Per il lancio ufficiale della coalizione di Melucci, in programma una manifestazione a Taranto con la presenza del segretario nazionale Pd, Enrico Letta, del presidente M5S, Giuseppe Conte, e forse anche del ministro Roberto Speranza per Leu. Musillo, invece, sta definendo il programma con gli alleati. Periferie, ricucitura urbana della città, giovani, attenzione alle fasce deboli, sono le sue priorità. Sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva, Musillo per ora ha detto che la ritiene “solo una bella parola della giunta regionale pugliese”.
La candidatura di Musillo ha avuto anche l’ok dei coordinatori regionali pugliesi – tutti parlamentari – dei tre partiti del centrodestra. Non credono alla decarbonizzazione Ilva sia Battista che Abbate, che propongono la chiusura dell’acciaieria per combattere l’inquinamento. C’è poi il ruolo di Egidio Albanese, penalista, già presidente dell’Ordine avvocati di Taranto, la cui associazione, trasformatasi in movimento politico, aveva lanciato la sua candidatura a sindaco. Ma si era in una fase in cui sembrava possibile che Albanese fosse il candidato sindaco del Patto per Taranto più il centrodestra che alla fine ha però definitivamente scelto Musillo dopo aver vagliato la candidatura di Giovanni Gugliotti, presidente della Provincia di Taranto e attuale sindaco di Castellaneta. La candidatura di Albanese non è più in campo e il suo movimento politico si riunirà il 3 marzo in assemblea per decidere il da farsi. Taranto (199mila abitanti) con Palermo e Catanzaro é una delle grandi città meridionali al voto.
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