Si moltiplicano gli interventi a seguito della dura contestazione subita dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ieri pomeriggio dopo il vertice in Prefettura seguito alla morte di un operaio dell’indotto Ilva avvenuta al quarto sporgente del Porto.
La giunta Melucci, in una nota, “manifesta il proprio cordoglio per la morte del giovane operaio Angelo Raffaele Fuggiano ed esprime la vicinanza alla sua famiglia. Ci adopereremo in tutti i modi consentiti e possibili per fornire il dovuto conforto, anche pratico, alla famiglia, funestata oggi dal grave lutto.
L’intera comunità tarantina deve stringersi unita alla famiglia Fuggiano. Una comunità che deve però anche comprendere la necessità di fare quadrato. Stigmatizziamo, pertanto, il grave atto violento consumatosi nei confronti del sindaco che, in qualità di primo cittadino, ha assunto sulle proprie spalle il peso della intera comunità; il sindaco, che non ha alcuna responsabilità nell’incidente mortale avvenuto al porto, come sempre ci ha messo la faccia uscendo dalla porta principale per incontrare la sua comunità e per far sentire forte la presenza delle istituzioni. Purtroppo quel momento che doveva essere di incontro si è trasformato in una assurda contestazione.
Il sindaco si sta spendendo personalmente e sta impegnando ogni giorno del suo mandato alla risoluzione della vertenza ambientale, occupazionale e sociale più critica e delicata a livello europeo.
È giunto il tempo che si risveglino gli animi di tutti i cittadini che condividono la non violenza. Ma soprattutto l’intera comunità deve far sentire il suo appoggio ai suoi rappresentanti, perché non si tratta della nostra battaglia ma di una sfida comune, che ognuno di noi sta combattendo per le nuove generazioni e per una Taranto migliore”.
La segretaria provinciale della Confsal, Patrizia Mignolo, commenta: “La mia città ha bisogno di pacificazione, di un lutto dell’anima che ci riconsegni il giusto senso delle cose. Le urla, le invettive, la rabbia per certi aspetti giustificabile dopo un dramma di così ampia portata, non sanerà nessuna ferita, non ci restituirà nessun morto. Dialogo, pro positività, non aggressioni! Al sindaco Melucci piena solidarietà mia e della Confederazione che rappresento. Anche da posizioni differenti non rinunceremo mai all’idea di comunità a cui ambiamo. Una comunità civile che deve fondarsi sul rispetto delle persone e delle normative. Non si può e non si deve morire per il lavoro. Le morti sui luoghi di lavoro, sono “tragedie che si sarebbero potute evitare”, e che si potranno evitare, se si porrà maggiore attenzione sulle ditte di appalto e subappalto. L’incidente verificatosi disegna uno scenario di negligenza delle norme esistenti e di assenza di controlli. Il lavoro non può provocare morti. “BASTA MORTI SUL LAVORO”. La sicurezza è una priorità e non è negoziabile”.
Interviene anche il Partito Socialista Italiano tarantino. “L’episodio va assolutamente stigmatizzato – precisa Salvatore Mattia, segretario provinciale del PSI ionico – non solo per la violenza di cui è portatore, ma anche per l’inutilità di un gesto che rende il clima, già di per se difficile, ancora più esasperato. In un momento tragico per la famiglia della vittima e per tutta la città costretta ormai da anni ad un difficile braccio di ferro tra diritti costituzionalmente garantiti – dice ancora Mattia – il Partito Socialista invita tutti a posizioni di maggiore rigore e lucidità: quella che occorre a tutti per evitare che sulla pelle dei tarantini, divisi e polverizzati, si possa decidere altrove. Il Sindaco di Taranto ha bisogno di tutte le espressioni sane della sua comunità e noi abbiamo bisogno di tornare ad esserlo – conclude Mattia – cominciando dal lutto che già ieri avremmo dovuto esprimere con maggiore rispetto per Angelo e per i suoi cari”.
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