SICUREZZA IN ARCELOR MITTAL, INTERVIENE FUGGIANO

Il presidente provinciale di Idea: "Cordoglio e controlli, ma Emiliano non strumentalizzi la tragedia"

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Il presidente provinciale del Movimento Idea, Salvatore Fuggiano, interviene sulla questione sicurezza nel centro siderurgico di Taranto.

Durante una violenta burrasca verificatasi nel tardo pomeriggio dello scorso 10 luglio, – ricorda – con venti oltre i 100 Km/h, è avvenuto il crollo in mare della parte superiore di una gru dell’Arcelor-Mittal di Taranto, che ha trascinato con sè Mimmo Massaro, l’operaio trentunenne addetto alle manovre. Questo sfortunato incidente ha riaperto il tema della sicurezza dello stabilimento siderurgico. Per questo motivo, le organizzazioni sindacali hanno scioperato rischiando di paralizzare la fabbrica. Poi, però, per consentire l’evacuazione dei carri siluro, e sotto la minaccia di Arcelor Mittal di fermare l’area a caldo del siderurgico, gli operai sono tornati al lavoro. Noi ci siamo sinceramente uniti al cordoglio che ha colpito la famiglia di Mimmo Massaro e siamo immensamente dispiaciuti per quanto accaduto, perché pensiamo che questo lutto si poteva evitare sulla base dell’esperienza maturata in conseguenza di un’altra quasi identica disgrazia accaduta nel novembre del 2012, quando durante un violento temporale si spezzo un’altra gru dell’allora ILVA, causando la morte dell’operaio, finito anch’egli in mare con la sua cabina. Queste funeste disgrazie, come tutte quelle che accadono servire a migliorare sempre più il livello di sicurezza. Quella accaduta di recente nello stabilimento siderurgico di Taranto è un’altra delle morti che si verificano sul lavoro, basta consultare i dati INAIL per rendersene conto, ma ciò non giustifica affatto chi deve prevenire gli incidenti sul lavoro, e in questo caso gli addetti alla sicurezza di Arcelor-Mittal, che avendo ricevuto fin dal mattino il bollettino meteo con l’indicazione che si potevano verificare venti di burrasca (fino a 75 km/h, ma anche oltre in caso di burrasca forte), forse avrebbero dovuto sentire il dovere di sospendere le attività cui erano impiegate le gru. Per questo riteniamo giusto che la magistratura accerti le eventuali specifiche responsabilità degli indagati. Ciò che, invece, non va bene – dice Fuggiano –  è che questa disgrazia, violenza della burrasca e all’eventuale responsabilità degli addetti alla sicurezza dell’azienda, sia strumentalizzata come ha fatto Emiliano, che ha dichiarato: <<Oggi mi auguro che il Governo possa prendere una decisione definitiva perché in queste condizioni la produzione non può proseguire, deve essere fermata>>. Poi ha aggiunto: <<Purtroppo questa fabbrica è stata resa extraterritoriale: i decreti tolgono alla Regione Puglia e al Comune di Taranto ogni potere di verifica sulla fabbrica e questi poteri sono solo in capo al Governo>>.

Noi di IDEA, diciamo meno male che la Regione non ha più poteri, perché quando ne aveva la competenza, le amministrazioni di sinistra non hanno fatto nulla di concreto per adeguare l’impianto a tutela della sicurezza e della salute degli operai e dei cittadini, invece, hanno lasciato decadere lo stabilimento fino alla fine dell’ILVA. Taranto sta pagando ora lo scotto delle lotte intestine alla sinistra, tra Renzi ed Emiliano, ed ora rischia di rimanere vittima dell’incongruenza e inconcludenza dei 5 Stelle, che con Di Maio al governo sta ingenerando confusione circa le precedenti garanzie offerte ad Arcelor-Mittal, al punto da indurre la ditta a dichiarare che se non si sentirà garantita chiuderà definitivamente l’impianto. Emiliano e Di Maio, stanno dimostrando che non hanno a cuore il destino dei 10.700 operai, compresi i 1.400 messi in cassa integrazione per 13 settimane, e di quelli dell’indotto, che sono almeno altrettanti? Chi come Emiliano pensa e si augura di chiudere il siderurgico, avrebbe dovuto adoperarsi per rilanciare concretamente tutti gli altri settori lavorativi (agricoltura, commercio, turismo, ecc.), invece, si è sempre preoccupato della necessità di pescare a destra e a sinistra per far galleggiare la sua inoperosa amministrazione, mettendo sempre più in crisi l’economia della Regione. Senza cadere nell’agone ideologico e politico – secondo Fuggiano – è necessario continuare il risanamento, per rendere lo stabilimento ecologicamente sostenibile e più sicuro per i lavoratori, introducendo, insomma, tutte le misure a tutela della popolazione residente. Per questo bisogna continuare a monitorare lo stato delle misure di sicurezza e di salute degli operai e della popolazione di Taranto, ma anche delle città della provincia e in particolare quelle più vicine allo stabilimento come Talsano, San Giorgio Jonico, Statte e Massafra. In tal modo si potrà evitare che aumentino oltre i limiti di accettabilità i dati di incidenza dei tumori.

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