“SBAGLIATO SFIDUCIARE MELUCCI COSI'”

LA NOTA DI ANNALISA ADAMO, GIA' ASSESSORE

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Riceviamo e pubblichiamo dall’Avv. Annalisa Adamo, già assessore all’ambiente alla legalità, agli affari generali e risorse umane del Comune di Taranto

Condanno fermamente il metodo con cui si è dato seguito alla sfiducia nei confronti del sindaco Melucci, lo dico da avvocato e manager pubblico, lo dico da cittadina e da madre, lo dico da chi vive giornalmente la città e la politica, lo dico da donna delle istituzioni.
Avrei capito la sfiducia all’esito di una discussione pubblica aperta, sincera, chiara fin dall’inizio della crisi ma non si possono minimamente avallare i giochi sotterranei e le macchinazioni di bassa lega di quanti hanno seduto al tavolo della maggioranza fino all’ultimo e hanno insistito per entrare con sempre più poteri. Peraltro il metodo ha indebolito totalmente i rilievi mossi, togliendo autorevolezza e fondamento alle questioni messe in rilievo, togliendo a tutti l’opportunità di più ampie valutazioni e soluzioni.
La vita pubblica esige idee e pensieri alla luce del sole anche nel dissenso, esige serietà e intransigenza, ma soprattutto un atteggiamento ‘compassionevole’ nei confronti delle città che si amministrano e delle persone (tutte), non solo di quelle appartenenti al proprio ‘pacchetto’ di elettori. Ho già detto, fin dai primi momenti che non era alle elezioni e alle spartizioni delle poltrone, che bisognava pensare ma alle nuove generazioni.
Il risultato vero di tutto ciò che accaduto è un grave offuscamento dell’immagine di Taranto con conseguente battuta d’arresto per l’amministrazione e la città.
Taranto era in corsa, così come Genova dopo il crollo del ponte Morandi, per ricostruire sé stessa e rigenerare non solo il tessuto urbano ma anche quello sociale. Per fare questo ha bisogno di persone serie competenti che sappiano soprattutto uscire da una dimensione personalistica e retorica della politica, che vivano la vita pubblica come servizio e non come potere, che facciano conseguire alle parole i fatti, che non dividano ma che uniscano, che sappiano creare ponti con altre realtà, che non siano impegnate a guardare e trattare le questioni nell’ottica della mercificazione.
Taranto ha diritto a diventare dalla vergogna d’Italia un posto salubre, dignitoso, accogliente, culturalmente elevato e di specchiata moralità non una terra di conquista per improbabili personaggi e predoni che a tutti i livelli si oppongono alla spinta di cambiamento che da tempo Taranto esige. Lo esigono i cittadini, lo esigono i nostri figli, lo esigono i nostri operatori economici e culturali, lo esige finanche la storia.
Per quanto riguarda poi l’atteggiamento rispetto alla questione ambientale resto del parere che la classe politica che serve alla città è quella che vigila, chiede e si batte per la legalità, la correttezza e l’esemplarità degli operatori economici in questo territorio.
Rifiuto l’idea che si mettano in conto come possibili e attuabili operazioni a lungo termine che sacrifichino altre vite e generazioni di tarantini.
La parola sostenibilità rispetto all’ex Ilva resta ancora una parole vuota, ipocrita e fuori dal vocabolario delle persone intellettualmente oneste che non hanno da pagare un conto alla grande industria. Si è fatto troppo poco e non c’è più tempo perchè non c’è chi non veda che anche quello che è stato fatto è stato fatto male. Mi riferisco alle coperture dei parchi minerali ad esempio.
L’odierna comunicazione da parte di Arcellor Mittal che i valori dell’aria i Taranto attuali siano stati avallati da Arpa e Legambiente non è sostenuta da alcuna documentazione tracciata e tracciabile al momento, resa evidente e spiegata all’opinione pubblica.
In un momento di confusione politica e mancanza della politica si vogliono far passare concetti che non sono riscontrabili e sostenuti da dati certi.
Ecco questo è il pericolo che si corre quando la politica abdica, le istituzioni restano vuote, prive del dibattito, del confronto, di punti di riferimento e di verità.
La verità, come diceva Simon Weil, è un impegno di attenzione, l’unico per riuscire a capire l’altro e coglierne la bellezza. Non trovo bellezza nell’atto di portare in giro la fascia del sindaco, fascia che rappresenta lo Stato, e contemporaneamente ordire lo scioglimento del Consiglio comunale, perchè non c’è verità.
Non c’è bellezza là dove non ci siano i moventi di verità necessari e capaci di fornire all’azione pubblica la quantità di energia necessaria per andare nella direzione giusta.
Credo, comunque, che la lezione sia stata per tutti molto chiara voler condurre creature umane – si tratti di altri o di sé stessi – verso il bene, indicando soltanto la direzione, senza essersi assicurati della presenza dei moventi necessari equivale a voler mettere in moto un’automobile senza benzina, premendo sull’acceleratore.
È ora che Taranto scelga i migliori, i più motivati, i più animati dal desiderio di verità e bellezza, le persone più serie e lontane dalle apparenze, dall’opportunismo di chi in trincea non c’è mai stato ma che appare nel panorama politico come velina o ‘garçon de cuisine’, lontano da chi non capisce che qui si fa la storia di una città nuova e delle nuove generazioni. Taranto può ancora ritrovare la propria anima ma solo con l’onore, la verità e la responsabilità, tutto il resto è un territorio straniero dove vince solo la barbarie.

 

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