“SANTA”, UN LIBRO CHE TOCCA IL CUORE (2 VIDEO)

Presentato il primo romanzo della giornalista e scrittrice Alessandra Macchitella

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Ci sono libri che toccano il cuore. Racconti d’anima e vita che rapiscono il lettore, lo abbracciano, lo conducono lontano. In quella dimensione sospesa tra sogno e realtà che si chiama fantasia: i personaggi d’inchiostro si animano, prendono corpo e vigore, divengono reali, ci prendono per mano. Ci conducono all’interno della storia, come avveniva nel video clip della storica “Take on me” degli A-ha, uno dei brani-simbolo degli anni Ottanta: fumetto e realtà si fondono e si confrontano. Poi, quando le pagine finiscono, termina anche la magia. E tutto torna al proprio posto: ma resta il magone di un’emozione interrotta. Fino al prossimo volume che ti rapirà.

A volte si ha la fortuna di incontrare sulla propria strada il “libro perfetto”. La narrazione che incanta e pervade. Piccoli (o grandi) splendori sintonizzati con la propria sensibilità.

Come avviene con “Santa”, romanzo d’esordio della scrittrice e giornalista Alessandra Macchitella, pubblicato per i tipi di Les Flaneurs Edizioni di Bari e presentato martedì a Palazzo di Città con la partecipazione dell’Assessore alla Cultura Fabianmo Marti. 117 pagine ricche di amore e sofferenza, di gioia e dannazione, di confronto (palese e stupefacente) della diversità di caratteri. “Santa” è un avvincente “trattato” sulla dualità, tra introspezione e “romance”, tra giallo e cronaca: è il racconto, mai banale, del complicato rapporto tra due sorelle opposte come il Sole e la Luna. Ma solo in apparenza: perché nulla è mai come sembra.

Abbiamo video intervistato Alessandra Macchitella (courtesy Omeganews, photos Aurelio Castellaneta):

Santa è immagine pura, velina o tronista dei nostri tempi: ragazza senza troppi scrupoli, pronta a saltare da un letto a un provino pur di raggiungere i propri sogni senza difficoltà alcune. Una Circe sinuosa e sfrontata: piena, però, di contraddizioni di fronte alla sorella alter ego. Luana, invece, è normalità e fatica: duro lavoro (da giornalista, non è un caso) e mobbing sulle spalle, l’estetica piacevole vissuta quasi come condanna piuttosto che come un dono. Tutto in lei è navigazione dolente: fino all’incontro con Paolo. Il suo amore la salva. Ma forse la condannerà.

Sullo sfondo c’è una Taranto cronachistica, fedele a sé stessa: l’autrice non indugia su luoghi comuni e facili tentativi di accaparrare consensi. È città vera, vissuta ogni giorno da tutti i suoi cittadini: con gli scorci incantevoli e i problemi che non mancano mai. Il finale, assolutamente da non rivelare (si perderebbe il dono della scoperta), è un concentrato di lacrime imprevedibili e riflessioni che graffiano la pelle.

Alessandra Macchitella, nella sua prima avventura in un romanzo, commuove e sorprende. “Santa” è un piccolo (solo per numero di pagine) capolavoro di trama e supporto al carattere dei protagonisti: la vicenda delle due sorelle è colorata e incidente come un tatuaggio. Si resta a guardarlo, non si può restare indifferenti fino ad ammirarlo. In attesa delle prossime vite da leggere.

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