Dallo scorso marzo, nonostante le urne si siano chiuse, l’intera nazione è vittima di una continua campagna elettorale in cui, a fronte di un’attività parlamentare e governativa minima e ai proclami, spesso fortunatamente, non sono seguiti gli atti conseguenti.
È questo il caso dell’obbligo vaccinale, sul quale gli esponenti dell’attuale Governo hanno deliberatamente creato caos e confusione, in un tam tam di comunicati stampa eclatanti, ma sforniti di qualsivoglia presupposto logico e giuridico.
Iniziative mediatiche di effetto tale da indurre alcuni primi cittadini, nel ruolo di massima autorità sanitaria locale, a dover rimarcare ed ordinare la necessaria presentazione delle certificazioni sanitarie al posto delle paventate autocertificazioni sanitarie di grillina invenzione.
Atti sicuramente condivisibili quelli di questi sindaci, cui va il plauso di essere subito intervenuti sul caso vaccini sì/vaccino no; un caso, come detto, senza alcun fondamento giuridico.
Già, perché nonostante la confusione creata da taluni ministri e parlamentari, il c.d. decreto milleproroghe nulla ha modificato rispetto alla vigente normativa. Ma non avrebbe potuto essere altrimenti, in quanto il citato decreto sarebbe intervenuto, postumo, a prorogare un termine già spirato il 10 luglio.
Né, la circolare della ministra Grillo, avrebbe potuto entrare in contrasto con la legge vigente, non essendo ricompresa nella gerarchia delle fonti normative, neppure secondarie. Pur volendo sorvolare sulle dichiarazioni rese da chi attualmente rappresenta lo Stato, non si può non stigmatizzare le affermazioni di quei parlamentari della Repubblica che hanno ritenuto di poter risolvere la “questione vaccinale” con le processioni a casa del parente affetto da morbillo.
Proprio queste affermazioni, pericolosissime, hanno condotto, nel 2017, il Ministero della Salute alla formulazione del c.d. Decreto Lorenzin, che prevede un’azione di tipo compulsatorio per la diffusione dei vaccini.
Le dichiarazioni della senatrice grillina Taverna che, con un bel salto all’indietro nel tempo di decenni, consiglia la visita dai cuginetti per “passarsi” le varie malattie esantematiche, rendono palese lo scarso livello di maturità e consapevolezza circa l’importanza rivestita dai vaccini, finalizzati alla riduzione, se non eliminazione, delle malattie c.d. vaccino-prevedibili, atti a scongiurare la formazione di focolai epidemici.
Sulla materia sanitaria la politica deve avere l’umiltà di fare un passo indietro e dare la parola alla scienza, il cui mondo ha fortemente stigmatizzato l’atteggiamento “vox populi, vox Dei” tenuto dai parlamentari e ministri del “cambiamento”.
La ministra Grillo dovrebbe ben saper che in materia sanitaria le autocertificazioni non sono ammesse. Piuttosto, per la semplificazione del sistema delle certificazioni, bisogna puntare al “contagio positivo” di quelle buone pratiche messe in atto dal sistema sanitario, come a Taranto, in cui lo scambio di informazioni tra servizi vaccinali e scuole è reso possibile dall’ottimo funzionamento del servizio vaccinale, vera e propria eccellenza nazionale.
Molto più pericoloso è l’emendamento che verrà trattato in seconda lettura il prossimo 23 settembre, che prevede la sospensione per un anno di una delle sanzioni che comporta l’esclusione dalla frequenza scolastica dei minori non vaccinati, fino ai sei anni di età.
Qualora tale emendamento dovesse diventare legge, attueremo tutte le misure di tutela e cura della popolazione scolastica. Ed il primo pensiero va ai bambini immunodepressi che verrebbero ghettizzati per consentire la frequenza scolastica ai minori non vaccinati.
Allo stato attuale, però, la normativa vigente prevede l’obbligo vaccinale, è bene ricordarlo.
Confidiamo nel buon senso dei parlamentari, ma promettiamo lotta dura qualora, in maniera incosciente, dovessero prevalere il populismo e questa infinita propaganda elettorale, che ha il solo scopo di coprire tutte le carenze di questi amministratori del cambiamento, molti dei quali a Taranto, dal 4 marzo, si sono dati del tutto alla macchia. Se si fa eccezione dei post copia e incolla sui social.
Da mamma e assessore alla salute voglio ringraziare di cuore il professor Giovanni Rezza, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo, per il preziosissimo contributo scientifico che mi ha fornito; perché, sul tema della salute, fa cassazione il parere dell’Istituto Superiore della Sanità, non quello dei tuttologi laureati all’università di Facebook o del Blog delle Stelle.
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