“RIDURRE I NUMERI DELLA CASSA INTEGRAZIONE”

LA RICHIESTA DEI SINDACATI AD ACCIAIERIE D'ITALIA

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I sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm chiedono ad Acciaierie d’Italia di ridurre i numeri della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione nello stabilimento di Taranto. La richiesta è stata fatta oggi nel confronto con la direzione aziendale che è seguito a quelli svoltisi nei giorni scorsi nella sede nazionale di Confindustria e al ministero del Lavoro. L’azienda, nella lettera alle sigle metalmeccaniche,  ha chiesto che la cassa straordinaria per un anno coinvolga dal 28 marzo prossimo 2.500 addetti del siderurgico di Taranto sui 3.000 complessivi interessati nel gruppo. Evidenziando la necessità di ridurre i numeri di Cigs,  Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm dicono, facendo un esempio, che “non si capisce perché con tre altiforni in marcia si devono diminuire gli addetti alle manutenzioni visto che l’organico è appunto dimensionato per tre altoforni”.

Fim Cisl e Fiom Cgil hanno manifestato oggi la disponibilità a discutere della cassa straordinaria ma all’interno – hanno detto – di un preciso quadro di garanzie a partire da tutela dell’occupazione e realizzazione degli investimenti. La Uilm, invece, ha ribadito il suo no alla cassa straordinaria. La Uilm chiede che si valutino strumenti alternativi alla cassa straordinaria perchè teme che questa possa prefigurare esuberi strutturali in fabbrica. Acciaierie d’Italia ha inoltre dichiarato che quest’anno l’obiettivo è produrre 5,7 milioni di tonnellate di acciaio e che l’altoforno 4, dopo la sostituzione del crogiolo, ripartirà operativamente tra alcuni giorni. Annunciata inoltre una fermata temporanea del treno nastri 2 per manutenzioni.
Sul piano degli investimenti, l’azienda oggi ha dettagliato tutto quello che è stato fatto relativamente all’ambiente e al rispetto delle prescrizioni Aia, ultimate – è stato dichiarato – al 90 per cento. In corso, inoltre, gli studi sul rifacimento dell’altoforno 5 – fermo dal 2015 – e sulla costruzione del nuovo forno elettrico che sarà alimentato dal preridotto. Quest’ultimo verrà prodotto con un impianto a parte ed una società ad hoc. Per l’altoforno 5, Acciaierie d’Italia ha detto che si stanno valutando le opzioni tecniche al fine di avere un impianto in marcia che non determina emissioni ambientali. E’ stata posta, infine, la necessità di conoscere lo stato di avanzamento del programma di bonifica dall’amianto. Ulteriori incontri si terranno tra azienda e sindacati in fabbrica a Taranto il 21, 22 e 23 marzo per tornare poi al ministero del Lavoro presumibilmente il 25 marzo per la stretta finale. I confronti territoriali hanno infatti l’obiettivo di preparare la strada all’accordo nazionale per il gruppo. (AGI)

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