(AGI) – Taranto, 13 set. – Contro la domanda di concessione del molo polisettoriale del porto di Taranto da parte dei turchi di Yilport sono arrivate le osservazioni di altre societa’. Sono state inoltrate alla scadenza dei termini per il loro deposito, a conclusione dei 40 giorni – scattati ad inizio luglio e previsti dalla procedura – nei quali la domanda di concessione di Yilport e’ stata pubblicata. Si tratta, nello specifico, delle osservazioni di Italcave e delle osservazioni-opposizione da parte di Set. Il primo e’ un gruppo di Taranto che gia’ altre volte ha cercato di insediarsi sulla banchina e sulle aree del molo polisettoriale e che in passato ha anche prodotto ricorsi al Tar contro l’Autorita’ portuale di Taranto. La seconda, invece, e’ una societa’ alla quale e’ interessato Giuseppe Guacci, gia’ presidente dell’Autorita’ portuale di Taranto negli anni passati, e che ultimamente aveva fatto istanza in cordata per ottenere una parte della banchina del molo. Il porto e’ una delle principali attivita’ attraverso le quali si vuole rilanciare l’economia di Taranto alle prese con la congiuntura Ilva. Adesso, si apprende da fonti dell’Autorita’ portuale di Taranto, “se non ci sono domande concorrenti, si avvia l’istruttoria finale sulla domanda di Yilport con valutazione anche delle osservazioni ed opposizioni. Alla fine, la proposta della commissione dell’Authority va al comitato di gestione, del quale fanno parte anche Capitaneria di porto, Regione Puglia e Comune di Taranto, per la decisione finale. Dovremmo chiudere in 20-30 giorni”. Tocca infatti al comitato di gestione dell’Authority deliberare in merito al rilascio della concessione. Yilport, di nazionalita’ turca, tredicesimo operatore mondiale, ha infatti chiesto tutta la banchina del molo polisettoriale – sottoposto negli ultimi anni a lavori di ammodernamento – e le aree retrostanti con l’obiettivo di rilanciare e riposizionare sul mercato quella che e’ la piu’ importante infrastruttura del porto di Taranto. Che, costruita negli anni ’70-80, dagli inizi del 2000 e sino a fine 2014 e’ stata utilizzata dalla societa’ Taranto container terminal partecipata dalla compagnia Evergreen che l’ha soprattutto utilizzata per sbarco e imbarco di container. Yilport ha annunciato di voler ripristinare il traffico container – che dopo l’abbandono di Evergreen si e’ difatto azzerato nel porto di Taranto – ed effettuare, inoltre, una serie di altre attivita’. Yilport ricollochera’ gradualmente al lavoro i circa 400 addetti ex Tct ora in carico all’Agenzia del lavoro portuale.
Il piano dei turchi e’ stato giudicato interessante dall’Autorita portuale che per questo motivo, essendosi fatto avanti un operatore dal profilo internazionale che ha chiesto in concessione tutta la banchina e non una parte di essa, ha stoppato le altre domande di concessione che, sempre per il molo polisettoriale, erano giunte nei mesi scorsi. Le osservazioni-opposizioni inoltrate all’Authority sono ammesse dalla procedura in materia. Non e’ pero’ escluso – il porto di Taranto non e’ nuovo a casi del genere – che possano esserci anche successivi ricorsi al Tar contro i successivi provvedimenti dell’Autorita’ portuale. Per molti anni a servizio delle principali industrie del territorio a partire da Ilva, il porto di Taranto negli ultimi anni ha accusato un doppio calo: quello derivante dalla minore attivita’ della stessa Ilva, a seguito delle vicende giudiziarie e ambientali, e quello generato dalla scomparsa del traffico container essendo stata messa in liquidazione nel 2015 la societa’ partecipata da Evergreen. Contestualmente, pero’, grazie a finanziamenti pubblici sono stati avviati diversi cantieri relativi ad opere di ammodernamento del porto e questo ne fa ora un insediamento competitivo nel Mediterraneo. L’arrivo dei turchi di Yilport dovrebbe segnare l’avvio dell’atteso rilancio.(AGI)
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