Qui di seguito una nota del circolo “Impastato” del Partito della Rifondazione Comunista
“Un incredibile scempio è stato perpetrato in via Cagni: un intero filare di splendidi pini che offrivano ombra e ristoro alle persone ed agli uccelli è stato abbattuto.
Non conosciamo le ragioni per cui l’Amministrazione Comunale ha operato questo indiscriminato abbattimento, né se vi sia stata una puntuale relazione di un esperto del settore che ne abbia diagnosticato l’ineluttabilità della distruzione (a questo proposito vorremmo anche poter consultare con facilità lo stato del verde pubblico e il cronoprogramma del tanto sbandierato progetto Green Belt), ma molto probabilmente la “causa scatenante” della follia sarà stata la presenza di radici affioranti che disturbavano la corsa delle automobili.
Se così fosse, a maggior ragione vogliamo denunciare la insipienza della scelta di abbattere gli alberi e cementificare tutto. Ci sono, infatti, ben altri rimedi a tale problematica: sarebbe bastato solo sottrarre un po’ di spazio all’invasione dei motori e pensare a tutelare un po’ di più la salute dei cittadini. Come? Bastava ampliare di qualche metro lo spartitraffico su cui insistevano i pini e smantellare la copertura dei mattoni e dell’asfalto. È ben noto, infatti, che sono mattoni ed asfalto che soffocano le radici, costrette ad emergere per “respirare”!
Le soluzioni tecniche ci sono. Si guardi a quello che ha progettato il comune di Bari per via Caldarola, dove vi era un problema analogo: si ampliano le aiuole spartitraffico, così da includere e liberare le radici dalla morsa soffocante del cemento, realizzando quattro corsie ed una pista ciclabile!
Ma vi è un’altra vulgata che da un po’ di tempo ha preso molti amministratori: i pini sono pericolosi in città e possono cadere causando gravi danni. Questo non è assolutamente vero! Come spiega il dott. Giovanni Morelli, tra i massimi esperti di pini in Europa, “quando indisturbati e privi di specifiche limitazioni, gli apparati radicali dei Pini sono tra i più profondi che si conoscano, ed offrono una formidabile capacità di ancoraggio agli alberi. Di conseguenza, se con il termine di “pericolosità” intendiamo una teorica propensione dei Pini allo sradicamento, possiamo dire che, almeno in termini generali, convivere con un pino è meno “pericoloso” che convivere con altre specie arboree.
La verità, semmai, è un’altra: il verde pubblico va curato e monitorato con continuità con l’impiego di arboricoltori esperti. Non vogliamo in alcun modo sottovalutare i possibili rischi della caduta di un albero, ma oggi esistono metodi scientifici ed analisi strumentali in grado di stabilire con precisione lo stato di salute di una pianta e la valutazione di stabilità con l’inserimento della pianta in una delle “classi di propensione al cedimento” previste dagli specifici protocolli. Quindi una gestione corretta, attiva e costante del proprio patrimonio arboreo è importante anche ai fini dell’accertamento delle responsabilità.
L’Amministrazione Comunale ha il dovere di tutelare il verde pubblico, che è Bene Comune e costitutivo del Paesaggio Urbano, adottando trasformazioni del territorio più consone al mantenimento e allo sviluppo della vegetazione esistente attraverso politiche appropriate di ecologia urbana. Ricordiamo che la Costituzione all’articolo 9 riconosce l’importanza e la tutela del Paesaggio, così come il D.Lgs. 22 gen 2004, n. 42 e la Convenzione Europea del Paesaggio.
Parimenti decisiva, tanto più in una città come Taranto”, è la considerazione che il verde urbano e gli alberi sempreverdi in particolar modo svolgono una decisiva azione anche per l’assorbimento di ossidi di carbonio e particolato ambientale, con una preziosa funzione di tutela della salute delle persone. E’ appena il caso di ricordare che “un PINO ADULTO abbatte 16,08 gr di polveri sottili (PM10) al giorno e sequestra 1,28 tonnellate di anidride carbonica (CO2)all’anno!”.
Segnaliamo, infine, che il D.M. Ambiente 10 marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico …” fissa norme e criteri molto stringenti, che tutti gli Enti Locali devono rispettare e, tra le tante importanti disposizioni per la difesa del verde urbano, si può leggere: “è essenziale che le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, siano in possesso e applichino concretamente strumenti di gestione del verde pubblico come il censimento del verde, il piano del verde, il regolamento del verde pubblico e privato e il bilancio arboreo che rappresentano la base per una corretta gestione sostenibile del verde urbano”.
Dunque, chiediamo semplicemente che l’Amministrazione comunale faccia il suo dovere, adotti gli strumenti previsti dalla normativa, ponendo fine agli abbattimento indiscriminati, dando – tra l’altro – puntuale attuazione alla Legge 14 gennaio 2013, n. 10 che impone ai comuni per ogni semestre “di porre a dimora un albero per ogni neonato e ciascun minore adottato.
Circolo PRC Peppino Impastato
Rifondazione Comunista Taranto
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