“Dice il detto che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca e, giorno dopo giorno, sulla Cittadella della Carità di Taranto sto avendo brutti presagi che non vorrei si avverassero: è in atto un tentativo di svalutare la struttura e la sua attività per poi venderla all’asta a poco prezzo a un acquirente ‘amico’, magari, già individuato e al quale si sta pensando di fare un favore?”. E’ quanto si chiede, in una nota, il consigliere regionale Renato Perrini.
“Per questo ho chiesto di ascoltare in Commissione Sanità il presidente Michele Emiliano, anche nella sua qualità di assessore alla Sanità, il direttore generale della Asl, Stefano Rossi, e i commissari della struttura socio-sanitaria. Sono tante le domande che richiedono risposte che facciano chiarezza anche sul futuro dei dipendenti: circa 140 unità lavorative. Un numero che va sempre diminuendo perché chi può o riesce ad entrare nelle strutture pubbliche, grazie ai concorsi, o preferisce altre strutture private in grado di garantire un futuro professionale migliore. Mi risulta, ad esempio, che gli infermieri nella RSA per assistenza agli anziani sono al minimo, anzi sotto organico, e chi è andato via non è stato sostituito, per cui vengono chiamate giovani infermiere a partita IVA. Stessa situazione per i medici che si faticano a trovare, soprattutto per i turni di notte. Il poliambulatorio sarebbe praticamente senza radiologi, andati via perché (mi dicono) non venivano pagati, e i pazienti per avere un referto sono costretti anche ad aspettare più di un mese. Anche Oculistica rischia di perdere i suoi medici per lo stesso motivo. Negli uffici amministrativi non va meglio: per mesi è mancata la cancelleria e altro materiale, anche sanitario, perché i fornitori vantano crediti che non vengono pagati a scadenza.
“Eppure all’inizio del 2019 era stata annunciata l’apertura del Reparto di Medicina e dell’Hospice Oncologico, ma siamo al 30 dicembre e non c’è traccia né del primo, né del secondo. Un anno senza passi avanti, anzi con più passi indietro. Personalmente ho potuto constatare che le facciate continuano a cadere a pezzi, i muri interni tutti umidi e di muffa e i pavimenti ogni tanto vedono uscire acqua sporca da tubazioni ormai rotte.
“E’ chiaro che la crisi non è di ieri, ma ha inizio nel 2014 quando il San Raffaele di Milano decide di abbandonare Taranto, come è accaduto per tante altre aziende, ma oggi si sta decisamente aggravando e la sensazione è che vi sia l’intenzione di svalutare tutto per andare ad un’asta e per ‘quattro soldi’, insomma svenderla a qualche amico. Un’operazione che potrebbe essere portata in porto anche con un’operazione più subdola: far perdere l’accreditamento con la ASL di Taranto con la motivazione ‘la struttura non è più in grado di fornire prestazioni adeguate’. E chi comprerebbe mai una clinica che non ha posti letto accreditati? Solo chi sa che poi riesce ad ottenerli… Per cui ci sarebbe chi guadagnerebbe due volte, ma a pagare saranno come sempre i tarantini, in modo particolare i lavoratori che vedranno azzerati i loro diritti maturati in questi anni e costretti a firmare un nuovo contratto.
“E’ probabile che io sia un tantino pessimista e che la situazione è meno tragica di quella che è… per questo è necessario fare chiarezza. Subito!”
Comments are closed.