“A meno di sei mesi dall’acquisizione dell’ex Ilva da parte di ArcelorMittal e dalla riconferma degli impegni assunti sul piano ambientale e sulla risalita a 6 milioni di tonnellate di acciaio per lo stabilimento di Taranto, la richiesta di cassa integrazione ordinaria per 1.400 lavoratori risulta inaccettabile”.
Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, a margine dell’incontro con ArcelorMittal Italia nella sede di Confindustria, a Roma. L’incontro che aveva l’obiettivo di fare il punto sullo stato di avanzamento dell’accordo del 6 settembre, si è inevitabilmente concentrato sulla richiesta da parte dell’azienda della cassa integrazione ordinaria.
“Il patto tra produttori europei – aggiunge Palombella – di tagliare la produzione per arginare la presenza di acciaio straniero e quello di difenderne il prezzo non trova giustificazione in Italia. Infatti, dall’acquisizione a oggi lo stabilimento ex Ilva di Taranto sta producendo 1 milione di tonnellate in meno rispetto al piano industriale stabilito. Di fatto, non essendoci stata alcuna risalita produttiva – continua – le condizioni non sono cambiate per giustificare una riduzione di personale. Non c’è alcuna coerenza tra gli impianti che si vogliono rallentare (treno nastri 1, colata continua 5 e un impianto del laminatoio a freddo per il solo mese di agosto) e il numero di persone in cassa integrazione”.
“Cosa è cambiato visto che questa è una situazione che permane da oltre tre mesi? Non vorremmo – dice ancora Palombella – che dietro ci fossero altre motivazioni, al momento non note, che potrebbero mettere in discussione gli impegni assunti nel contratto con governo e organizzazioni sindacali; in particolare gli impegni di bonifica, di risanamento ambientale e di salvaguardia dei livelli occupazionali, compresi i lavoratori attualmente in amministrazione straordinaria. Tra l’altro tutto questo ha generato nella comunità jonica grande preoccupazione sul futuro”.
“L’incontro di oggi – conclude Palombella – non è stato in grado di chiarire le ragioni legate a questo pesante provvedimento che l’azienda vorrebbe adottare. Noi ribadiamo la nostra contrarietà e abbiamo chiesto che da domani si svolgano incontri nello stabilimento tarantino per verificare ulteriormente come scongiurare un provvedimento unilaterale che metterebbe in discussione quanto costruito faticosamente in questi mesi in termini di relazioni industriali e sociali”.
Precedente
Comments are closed.