“PADRONI DELL’AZIENDA, NON DI TARANTO”

Le parole rivolte dal consigliere regionale Perrini ai manager di Arcelor durante l'audizione di oggi

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“Siete i padroni dell’azienda, ma non di Taranto”, così il consigliere regionale di Direzione Italia, Renato Perrini, ai manager di Arcelor Mittal auditi in quarta Commissione regionale per affrontare il problema della crisi dell’indotto, che in queste ore sta registrando numerose vertenze, alcune delle quali saranno venerdì prossimo, 4 ottobre, all’attenzione della task force per l’occupazione della Regione Puglia.
“Sono contento che dopo le nostre insistenze abbiate accettato il nostro invito e siete qui a Bari – ha esordito Perrini – perché forse dopo aver ascoltato chi quel territorio lo conosce meglio di voi riuscirete a capire meglio cosa è il siderurgico per i tarantini. L’ex Ilva non è solo un’azienda, per molte famiglie è lavoro! I genitori speravano che i loro figli entrassero in azienda perché era il ‘posto sicuro’. In quella fabbrica ci sono stato anch’io, come dipendente dell’indotto, dal 1987 al 1995…poi me ne sono scappato e sono diventato anch’io un imprenditore. Per  questo motivo quando una certa politica cavalcava ideologicamente le morti per tumore, i bambini, io non l’ho fatto. Per rispetto al mio passato, ma anche per tutti gli amici che avevo lasciato nell’azienda. Pensavo che salvaguardare il lavoro dei tarantini fosse comunque una sorta di priorità. Oggi ho cambiato idea!
“Oggi voi non solo siete l’azienda che inquina il nostro territorio – ha continuato – ma che non dà più lavoro, mette i dipendenti in cassintegrazione e costringe al licenziamento quelli dell’indotto! Fate gare con dei ribassi talmente alti che le aziende tarantine non sono in grado di sostenere e da imprenditori vi dico che è chiaro che a rimetterci non può che essere la qualità o la sicurezza.
“E proprio da imprenditore – ha concluso Perrini – so che il vostro obiettivo è l’utile, è giusto! Ma non sulla pelle dei tarantini. Per questo grazie per slide e i numeri che avete oggi prodotto. Ma voi non potete e non dovete essere solo dei contabili per Taranto, dovete essere parte di un territorio, perciò quegli utili che voi ottenete avete l’obbligo morale di fare in modo che restino a Taranto!”

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