OPERAZIONE TAROS, “SISTEMA TIPO NDRANGHETA” (VIDEO)

TUTTI I PARTICOLARI DELLA CONFERENZA STAMPA DEI CARABINIERI

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“Abbiamo eseguito 16 misure cautelari, 15 emesse dal gip del Tribunale di Lecce ed uno dal gip del Tribunale dei minori di Taranto perché, all’epoca dei fatti, una delle persone era minorenne ed è stato coinvolto nell’associazione relativa allo spaccio di droga.

Le indagini hanno riguardato un’articolazione criminale di tipo mafiosa, espressione del clan Agosta, federato col clan Locorotondo. I provvedimenti si basano su acquisizioni probatorie. Il capo, Maurizio Agosta, è detenuto per un omicidio avvenuto a Pulsano del 2016. Questo omicidio e la strage di Palagiano, in cui morì anche un bambino, fanno da sfondo a questa indagine”. Lo ha detto il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, circa i 16 arresti eseguiti dai carabinieri nel Tarantino. Dodici misure hanno riguardato la reclusione in carcere e 4 ai domiciliari. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso, danneggiamenti, rapine, detenzione di munizioni ed armi anche da guerra.
“Ci sono stati i riti di affiliazione tipici della ‘ndrangheta”. Lo ha detto il comandante dei Ros dei Carabinieri, generale Pasquale Angelosanto, a proposito dei 16 arresti effettuati oggi dai Carabinieri nel Tarantino, tra Pulsano e Leporano, e del clan di Maurizio Agosta che è stato sgominato. Contestati i reati di associazione mafiosa con rapine, danneggiamenti, traffico di droga e detenzione di armi, anche da guerra. Contestato inoltre lo scambio politico-mafioso. Maurizio Agosta, attualmente detenuto per l’omicidio di Francesco Galeandro a Pulsano, in occasioni delle elezioni comunali del 2019 a Leporano (Taranto), avrebbe infatti stretto – secondo gli inquirenti – un accordo con due candidati al Consiglio comunale, comunque non eletti.
“Si pianificava la campagna elettorale per conquistare il consenso e i voti, facendo valere la propria forza di imtimidazione derivante dal vincolo associativo mafioso, e si ricorreva anche all’elargizione di buoni benzina ai cittadini” ha affermato ancora Angelosanto. “C’è stato nell’indagine l’apporto di collaboratori di giustizia come Vito Nicola Mandrillo, arrestato per l’omicidio di Francesco Galeandro a Pulsano. C’è un intreccio di interessi con finalità varie, con Azzolio ha messo a disposizione i suoi contatti per agevolare l’evoluzione del clan sul territorio” ha poi dichiarato Gabriele Ventura, comandante della sezione Ros di Lecce. Nell’operazione sequestrate anche armi, una mitraglietta Skorpion, nonchè un distributore di carburante a Talsano (Taranto) ed uno stabilimento balneare “Baia Serrone” a Marina di Pulsano (Taranto). “Dal carcere – ha detto il generale Angelosanto – partivano gli ordini da parte di Maurizio Agosta che si serviva dei suoi familiari. C’era anche una cassa comune per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle spese legali”. Evidenziato dai Carabinieri il ricorso a rapine e traffico di droga, che “alimentava le piazze di spaccio”. “Abbiamo documentato il controllo di attività economiche, distribuzione di carburanti e ristorazione, abbiamo eseguito il sequestro di beni immobili, aziendali e di società per un valore di 600mila euro” ha proseguito Angelosanto. “L’operazione si è sviluppata tra i comuni di Leporano e Pulsano, l’area orientale è la più effervescente sotto il profilo criminale nel Tarantino. Abbiamo già fatto varie operazioni in quell’area tra noi e la Polizia di Stato. Riteniamo di aver bonificato un altro pezzo. Quello che è accaduto stanotte è di un certo rilievo” ha detto il comandante dei Carabinieri di Taranto, Luca Steffensen in conferenza stampa.

“Quando parliamo della Sacra Corona Unita – ha spiegato il generale Angelosanto – facciamo riferimento all’organizzazione che nasce sul modello della ‘ndrangheta. Sono infatti i padrini della ‘ndrangheta che avviano molti associati in Puglia a questo tipo di organizzazione che è localizzata nel Salento. Non a caso i Comuni oggi al centro dell’intervento riguardano l’area salentina della provincia di Taranto mentre nell’altra parte della Puglia – ha poi specificato Angelosanto in riferimento al Foggiano – abbiamo a che fare con un’altra criminalità mafiosa ma diversa che non è la Sacra Corona Unità”. Il comandante dei Ros ha poi dichiarato che “la mia presenza oggi a Taranto testimonia l’importanza dell’indagine. Ringrazio i Carabinieri, il reparto “Cacciatori”, ma anche la Procura di Lecce che ha consentito di fare questo lavoro importante che ha restituito alla collettività una parte del territorio controllata dalla mafia”. A proposito delle indagini, il generale Angelosanto ha aggiunto che “la difficoltà che noi riscontriamo, e che ricorre in tutti i contesti mafiosi, è che le organizzazioni si difendono sottraendosi alle indagini e acquisendo notizie sulla pendenza dei procedimenti. La difficoltà è quella di lavorare su un territorio controllato dall’organizzazione mafiosa e di evitare che emerga la presenza dei Carabinieri in indagini delegate dalla Procura”. “Questa indagine ha dimostrato che questo assetto mafioso oggi è ancora attivo e presente ed è diventato ancora più pericoloso di prima”.  (AGI)

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