NELL’AUTO CINQUE CHILI DI DATTERI: SEQUESTRO E DENUNCE

A VIGILANZA A TUTELA DEL MARE CONTINUA: CONTROLLI A TAPPETO

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Continua il contrasto da parte della Guardia costiera di Taranto nei confronti dei “datterari”, soggetti senza scrupolo, che non esitano a distruggere con picconi e martelli, anche pneumatici, tratti di costa rocciosa pur di racimolare anche pochi esemplari di dattero di mare, una specie protetta dalla legge italiana ormai da decenni, il cui prelievo consente lauti guadagni tramite la commercializzazione sul mercato nero.

È qui che sarebbero finiti in vendita ben 5 chili di tale specie,

rinvenuti dal personale della Sezione Polizia marittima appartenente alla Capitaneria di Porto – Guardia costiera di Taranto, con l’ausilio del personale dell’ASL ed a seguito di una costante attività di osservazione e controllo del territorio.

I molluschi bivalvi in questione erano stati occultati in un’autovettura, già insacchettati e pronti per la vendita diretta, il prodotto è stato prontamente sottoposto a sequestro e successivamente distrutto e i presunti responsabili deferiti alla competente Autorità Giudiziaria.

L’attività in parola rientra in una più ampia attività di controllo di tutta la filiera ittica che la Guardia costiera di Taranto conduce quotidianamente per prevenire e reprimere la pesca, la detenzione e la commercializzazione di tutte le specie ittiche vietate nonché nella tutela dell’ambiente marino.

Sino a che non cesserà definitivamente la domanda di questo frutto di mare, la connessa attività illecita di raccolta continuerà e, per questo motivo, i consumatori di tale specie devono essere pienamente consapevoli del loro ruolo di complici nello scempio che i “datterari” commettono.

L’appello è quello di bandire una volta per tutte una pseudo tradizione gastronomica malsana che infligge all’ambiente danni intollerabili ed irrecuperabili, in modo da non alimentare la richiesta di datteri, orientandosi esclusivamente verso prodotti “legali” a tutto vantaggio della salvaguardia delle nostre coste e dell’intero ecosistema marino.

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