“Adesso tocca a Mittal”. È il messaggio lanciato dal sindaco di Taranto Melucci dopo lo stop dei sindacati alla trattativa con il gruppo indiano.
Già in autunno avevamo a gran voce rivendicato la conoscenza piena del piano industriale e la partecipazione alla trattativa sindacale, a tutela degli stessi lavoratori tarantini. Così non è stato, tuttavia ugualmente ci siamo predisposti alla collaborazione con tutte le parti, nel tentativo quanto meno di implementare le misure connesse al Dpcm afferente alla materia ambientale, specie per eliminare dal tavolo istituzionale ogni alibi, ogni incaglio ad una trattativa, quella sindacale, che alcune organizzazioni davano già per acquisita.
La comunità ionica ha compiuto ogni sforzo plausibile in questi mesi per dimostrare affidabilità agli interlocutori istituzionali ed agli investitori. Abbiamo superato lacerazioni storiche, raccontato ai nostri figli che un altro futuro è possibile, un futuro fatto di produzione sostenibile dal punto di vista ambientale e socio-economico. Non si possono chiedere nuovi immotivati sacrifici ai tarantini, non a qualunque prezzo per Taranto si può chiudere questa trattativa, non può essere l’affare del secolo solo per l’interesse privato ed industriale.
Taranto ha fatto il suo, ora ci aspettiamo dal gruppo Arcelor Mittal un segnale che vada ben oltre i freddi numeri di un contratto stipulato senza conoscere le nostre ferite, i nostri bisogni, le nostre aspirazioni.
Già a luglio spiegammo in occasione della visita della famiglia Mittal a Taranto che questa non è una semplice vertenza sindacale, non una banale acquisizione come tante, la quadratura finanziaria non può non tenere presente quello che questa eroica città ha sin qui assicurato al sistema Paese.
Non è con la rigidità e la spocchia mostrata al Mise che Am Investco Italy definirà positivamente il proprio percorso. A noi non è dato sapere se su quel tavolo si sia mai ufficialmente parlato di quota zero esuberi, di certo, dopo il faticoso lavoro di tutti, non possiamo che esortare il potenziale aggiudicatario a rivedere la sua posizione e a compiere significativi e rapidi progressi nella vicenda occupazionale.
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