“Sembra un drammatico gioco dell’oca per l’incapacità del Governo di assumere scelte decisive, urgenti, che conservino la priorità della salute dei tarantini. Siamo punto e a capo dopo anni di battaglie, anche giudiziarie”. Lo dichiara l’ex sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, su ex Ilva dopo il trasferimento di fondi (575 mln) previsto dal dl Milleproroghe dalla bonifica delle aree inquinate ai nuovi impianti di decarbonizzazione per la produzione dell’acciaio dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia.
Per l’ex sindaco di Taranto (la giunta è caduta circa un mese fa per le dimissioni di 17 consiglieri su 32) “il tutto appare iscritto in una strategia per togliere a Taranto quella speranza in un futuro diverso che sembrava finalmente possibile. Niente Giochi del Mediterraneo, niente pagamenti all’indotto e tanta cassa integrazione, niente bonifiche, manca persino il commissario straordinario sul tema. È come se ci dicessero che per noi deve valere solo e sempre l’odioso ricatto siderurgico”. “Ma come si può pensare di escludere le leve finanziarie del PNRR dalla riconversione dell’ex Ilva?” si chiede l’ex sindaco. “E che ne sarà degli interventi a Leucaspide, alle cosiddette collinette ecologiche, al Mar Piccolo, della sorte dei lavoratori dell’Ilva in amministrazione straordinaria?”.
“Chiedo a tutti i parlamentari pugliesi di fermare questa involuzione – conclude Melucci -, la parola decarbonizzazione non può essere la foglia di fico per Acciaierie d’Italia. Stiamo assistendo ad un nuovo saccheggio della nostra terra”. (AGI)
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