MAXI-OPERAZIONE DEI CARABINIERI: 11 ARRESTI PER DROGA, ARMI ED ESTORSIONI

Tra Mesagne, San Vito dei Normanni, Ostuni e Brindisi il blitz. I nomi

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È stata operata a Mesagne, Brindisi, Ostuni  e San Pietro Vernotico (in provincia di Brindisi) l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare – a carico di numerose persone – da parte dei Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione ed armi.

In tutto 11 le ordinanze, cinque in carcere e sei ai domiciliari. Complessivamente sono 30 gli indagati.

Smantellata una rete di narcotrafficanti mesagnesi, contigui alla Sacra Corona Unita. Da dieci anni la città di Mesagne non si vedeva così assediata dalle Forze dell’ordine impegnate in un’operazione antidroga.

Sono tutti mesagnesi gli arrestati, due vivono a San Pietro Vernotico e uno a Ostuni. Gli arrestati in carcere: Leonardo Bacile, 50 anni; Roberto Carbone, 52 anni; Mario Chirico, 52 anni; Michael Sanfedino, 30 anni; Gianluca Zito, 45 anni. Gli arrestati ai domiciliari: Luigi Carbone, 24 anni; Luca Chirico, 29 anni; Luigi Di Dio, 55 anni; Fabio Ferruccio, 33 anni; Valentina Soliberto, 42 anni; Simone Tondo, 27 anni.

 L’inchiesta che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, nel Brindisino, per associazione per delinquere finalizzata a reati di droga, armi ed estorsioni, è partita da un attentato compiuto nei confronti di un maresciallo dei carabinieri, all’epoca in servizio nella stazione di Latiano (Brindisi) al quale nella notte del 16 agosto 2019 fu incendiata l’autovettura privata, parcheggiata vicino a casa.

Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza hanno consentito di risalire ai responsabili dell’atto intimidatorio, al mandante dell’azione delittuosa, nonché al movente. È infatti emerso l’azione delittuosa sarebbe stata posta in essere quale ritorsione nei confronti del Maresciallo per aver contravvenzionato, a seguito di violazioni al codice della strada, un noto pregiudicato mesagnese contiguo ad ambienti mafiosi.

Le indagini, avviate nel mese di agosto 2019 fino ad aprile 2020, condotte con l’ausilio di intercettazioni audio e video e pedinamenti, oltre ad identificare gli autori del grave atto intimidatorio, hanno ipotizzato l’esistenza nel territorio di Mesagne di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in cui risulterebbe inserito anche uno dei soggetti ritenuto responsabile dell’attentato al maresciallo dei Carabinieri.

Le investigazioni, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce e sviluppate in piena sinergia con la D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno), hanno permesso di ipotizzare lo stretto legame tra l’organizzazione criminale investigata e alcuni esponenti della “Sacra Corona Unita”, confermando l’operatività e la permanenza sul territorio della provincia di Brindisi di strutture criminali finalizzate al narcotraffico, nonché come questo fenomeno delittuoso costituisca ancora una importante fonte di guadagno per la criminalità organizzata.

L’organizzazione di stampo mafioso “Sacra Corona Unita” che nasce sul territorio mesagnese, ha sempre fatto del traffico di droga uno dei capisaldi delle proprie attività illecite finalizzandolo, oltre al rapido arricchimento, anche al controllo del territorio.

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