MAP FESTIVAL, LA MERAVIGLIA DI GABETTA E PIETRODARCHI
LA RECENSIONE DI GABRIELLA GRANDE
di GABRIELLA GRANDE
Aveva ragione Giò Ponti nel dire che la sua Concattedrale non finiva il 6 dicembre del 1970 con la sua consegna alla città, ma “cominciava”, perché “tutto comincia ogni giorno, ricomincia ogni giorno, rivive ogni giorno, è miracolo di ogni giorno”. E nello scenario suggestivo della scalinata della Concattedrale Gran Madre di Dio, le “Quattro stagioni” di Vivaldi e “Las cuatro Estaciones porteňas” di Astor Piazzolla eseguite, nel primo appuntamento della seconda stagione del MAP Festival, da due straordinari Maestri (il generoso franco-argentino Andrés Gabetta con il suo violino veneziano Petrus Guarnerius del 1727, ospite nel sud d’Italia per la prima volta, e l’appassionato teatino Mario Stefano Pietrodarchi con il suo bandoneon) accompagnati da un’eccellente Orchestra della Magna Grecia e rese ancora più suggestive dalle scenografie digitali realizzate da Luigi Console, ci hanno incantati in una mirabile acrobazia tra le parti architettoniche della Concattedrale che, con le sue finestre esagonali e quadrangolari aperte sulla dimensione del mistero e i suoi spazi, si è fatta ponte tra il presente, che ha bagnato le sue radici negli strumenti d’epoca di Gabetta e Pietrodarchi che hanno attraversato il tempo, e il futuro che, in questa città, diventa possibile perché la Bellezza che si è offerta ieri sera lo fa sentire atteso. Sul palco, come Muse, vegliavano sul senso, le opere d’arte in serie limitata “Marta!”, ispirate alla testa di figura femminile conservata ed esposta nel prestigioso Museo MarTa di Taranto e rivisitata in chiave pop-art. Stampe in 3d, in cinque colorazioni differenti, riprodotte in PLA (plastica ecologica stampata in 3d), realizzate grazie alle tecnologie di stampa 3d del Marta Lab, a testimonianza di come la domanda della sete di Bellezza, trovi la sua risposta nella cura delle radici di un passato che ci chiede di risignificarlo per nutrire il presente della dimensione inedita necessaria a dare al futuro forma e respiro.
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