Due mesi e mezzo, forse anche più, in attesa di un intervento che potrebbe alleviare, purtroppo non risolvere, uno stato di sofferenza senza eguali “ma che, per colpa della burocrazia e, per certi versi, della lentezza delle decisioni, si trascina costringendo una donna di appena 43 anni, malata terminale, di aggiungere strazio a disperazione. Un fatto, questo, che non può lasciare indifferenti”.
A introdurre la storia di Adriana (il nome è di fantasia) è il consigliere regionale Gianni Liviano sollecitato in tal senso dai familiari della donna.
“La signora Adriana – spiega Liviano – è affetta da un tumore del retto nella giunzione sigma. È stata sottoposta ad intervento chirurgico ma, purtroppo, le metastasi si sono estese alle ossa e ai polmoni e la sua aspettativa di vita è pari a zero. Per rendere, nei limiti del possibile, più sopportabile la malattia (la signora sopporta dolori lancinanti), i familiari, tramite il medico di famiglia, hanno fatto richiesta alla Asl dell’applicazione di una pompa antalgica per trasfondere il nutrimento, dal momento che non si alimenta più autonomamente, e le dosi giornaliere di morfina necessarie per alleviare i dolori, altrimenti dovrebbe sottoporsi a numerose iniezioni nel corso della giornata”.
Richiesta, hanno spiegato i familiari della signora Adriana al consigliere Liviano, che è stata avanzata più di due mesi fa e che, tutt’ora, è rimasta inevasa. “Io stesso – aggiunge Liviano -, non più di pochi giorni fa, ho parlato direttamente col direttore generale della Asl, Stefano Rossi, e con il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria, Gregorio Colacicco, i quali mi avevano assicurato un rapido intervento. Cosa che, puntualmente, non è avvenuta, e che ritengo davvero inaudita vista la gravità del caso e visto che stiamo parlando di esseri umani (sì, sono davvero arrabbiato per simile atteggiamento della Asl) mentre la signora Adriana continua a combattere, insieme ai suoi parenti e al medico di famiglia, contro una malattia impietosa che la sta consumando giorno dopo giorno”.
Per questi motivi, aggiunge il consigliere regionale tarantino, “chiedo nuovamente all’avv. Rossi e al dott. Colacicco un intervento che sia davvero tempestivo e risolutivo della faccenda. Alla freddezza della burocrazia si può e si deve accostare anche il calore dell’umanità nei confronti di una persona, e dei suoi affetti familiari, che non chiede altro di poter affrontare, con ancora più dignità di quanto non stia facendo adesso, questo dolorosissimo passaggio della sua vita terrena.”
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