M5S CONTRO BITETTI: “NO ALLA CONVERSIONE DELL’INCENERITORE”

Dura presa di posizione dell'on. Vianello e dei consiglieri comunali Nevoli e Battista

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“La conversione dell’inceneritore AMIU non è una soluzione né sul fronte occupazionale, pertanto funzionale a far uscire dalla crisi la partecipata del Comune di Taranto, né su quello ambientale e quindi di salubrità del territorio. Assistiamo in continuazione a proposte di idee malsane da parte della solita componente politica, che a tutti i livelli di governo proclama di avere a cuore i diritti fondamentali dei cittadini ma poi maldestramente spinge verso misure che aggraverebbero la già compromessa realtà della nostra Provincia”.

Sono chiari i portavoce del M5S, il deputato Giovanni Vianello, e i consiglieri comunali Francesco Nevoli e Massimo Battista che ribattono alle parole del consigliere di Taranto Bene Comune, Piero Bitetti, diffuse dagli organi di stampa locali in merito alla possibilità di trasformare l’inceneritore AMIU in un impianto di produzione del CSS EoW, per salvare la partecipata del Comune dal rischio crisi.

“In linea con la proposta regionale, già duramente contestata sia dal Movimento 5 Stelle Puglia che dalla rete Rifiuti Zero, si continua a pensare che la combustione di rifiuti  possa rappresentare il percorso adatto per una corretta chiusura del ciclo, ignorando che tale pratica produrrebbe una quantità tale di diossine e ceneri, le quali a loro volta dovrebbero essere smaltite in discarica. Il rifiuto va recuperato non bruciato, magari attraverso un diverso trattamento dei residui delle raccolte differenziate, funzionale alla creazione di materie prime e seconde che possa avere un reale nuovo ciclo di vita” – specificano i portavoce del M5S.

“Sempre tramite mezzo stampa abbiamo appreso che il Presidente Emiliano è aperto anche al contributo di altre forze politiche, in quanto la sua intenzione è quella di tendere ai rifiuti zero. Ebbene faccia tesoro delle indicazioni che da giorni stiamo diffondendo, e sia onesto con i cittadini perché quello suggerito è un percorso che tende non solo ad avvantaggiare i privati, i quali godranno dell’aumento delle capacità di incenerimento (raddoppio impianto CISA e nuovo impianto di trattamento dei fanghi da depurazione a Massafra), ma anche i cementifici, ad esempio quello di Taranto che avrà materiale in abbondanza da bruciare, esponendo la popolazione locale a nuovi disastri ambientali nel cortile di casa” – concludono.

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