Le Donne Democratiche della provincia di Taranto esprimono solidarietà e vicinanza alla senatrice a vita Liliana Segre, costretta a ricevere tutela in seguito alle minacce via web (circa 200 messaggi di odio al giorno) e lo striscione di Forza nuova esposto nel corso di un appuntamento pubblico cui partecipava a Milano. Il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha deciso infatti di assegnare la scorta alla Segre, che da ieri è accompagnata in ogni suo spostamento da due carabinieri.
Il provvedimento segue le polemiche legate all’istituzione della commissione straordinaria “Segre”, che si occuperà del contrasto all’intolleranza, al razzismo, all’antisemitismo e all’istigazione all’odio e alla violenza, ottenendo voto favorevole in Senato, nonostante il vergognoso silenzio del centrodestra.
Testimone della Shoah, – scrivono – sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, ebrea italiana colpita dalle Leggi razziali volute da Benito Mussolini nel 1938, oggi Liliana Segre all’età di 89 anni, si ritrova a dover rivivere le paure che credeva, come tutti noi, di aver consegnato al passato.
Non aveva ancora compiuto 14 anni quando venne internata nel campo di sterminio di Birkenau-Auschwitz, è rinchiusa nella sezione femminile insieme ad altre 700 ragazze e 60.000 donne di tutte le nazionalià. Lì le venne tatuato il numero di matricola 75190 sul braccio. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, lei è tra i soli 25 sopravvissuti.
Solo 45 anni dopo Liliana è riuscita a “rompere il silenzio” sulla Shoah e nel 1990 ha cominciato a raccontare incontrando studenti e professori. Da allora non si è più fermata.
Oggi, una nuova forma di fascismo sta caratterizzando il nostro Paese. E il fascismo si sa, è portatore non solo di antisemitismo, ma di razzismo in ogni sua forma. Le minacce a Liliana Segre, gli insulti al giocatore di calcio Mario Balotelli da parte della tifoseria veronese (famigerata per la sua vicinanza alle ideologie di estrema destra), l’incendio doloso alla libreria romana antifascista “La pecora elettrica”, sono solo i casi più eclatanti che descrivono l’aria di odio e violenza che sta attraversando l’Italia.
“Spero che almeno uno di quelli che hanno ascoltato i miei ricordi di vita vissuta – ha detto in una sua testimonianza la Segre – li imprima nella sua memoria e li trasmetta agli altri, perché quando nessuna delle nostre voci si alzerà a dire ‘io mi ricordo’ ci sia qualcuno che abbia raccolto questo messaggio di vita e faccia sì che 6 milioni di persone non siano morte invano per la sola colpa di essere nate. Altrimenti tutto questo potrà avvenire nuovamente, in altre forme, con altri nomi, in altri luoghi, per altri motivi. Ma se ogni tanto qualcuno sarà candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sarà più forte del fanatismo e dell’odio”.
È per questo, che ogni democratica ed ogni democratico dovrebbe portare avanti le lotte antifasciste, promuovendone la cultura per essere “candela accesa e viva della memoria”, come detto dalla stessa Segre.
Noi Donne Democratiche del Pd Jonico non abbiamo dubbi da quale parte stare. Stiamo dalla parte di Liliana Segre e dell’articolo 3 della Costituzione che così recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Per questo motivo ci impegniamo ad essere quella “candela accesa e viva della memoria” affinché non si torni ai tempi più bui di un triste passato.
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