Il primo mese di proroga, concessa dal governo ai tre commissari, si avvia al termine tra vecchi problemi che resteranno irrisolti: ulteriori incidenti, solita assenza di manutenzione, l’aria di Taranto che si certo non è migliorata e soliti problemi di salario tra aziende che chiudono e personale in Cassa Integrazione.
Una bella smentita per chi raccontava che “i giochi erano fatti” e che “era tutto a posto”. Sarà, ma a noi di tutto così a posto non vediamo nulla. Ora si rincorrono voci di nuove offerte, altre cordate e il tutto ha il solo effetto, se ci si mette nei panni dei lavoratori, di creare ulteriore confusione e frustrazione. Condivisibile il punto di vista del sindaco Melucci che, se da una parte vede positivo l’interesse su Ilva da parte di più soggetti, dall’altra condivide la difficoltà creata dal fattore tempo.
Quel tempo che gioca sempre più contro i lavoratori e Taranto e che ha fatto si che, alla voce singola della Fim sul “fare presto”, si siano aggiunte quelle di altri sindacati e istituzioni. ArcelorMittal i commissari ed il Governo devono avere la responsabilità di percorrere gli ultimi metri della vertenza prendendo in carico le osservazioni dei sindacati alle ultime riunioni e mettendo – una volta per tutte – la parola fine alla trattativa, avviando una vera azione di risanamento ambientale e di rilancio industriale-occupazionale a Taranto.
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