Confartigianato interviene sulla situazione economica della città con una nota che pubblichiamo integralmente:
La realtà jonica vive un duplice dramma: ambientale ed occupazionale. In tal senso la realizzazione delle Grandi Opere sul territorio, finalizzate all’ambientalizzazione, avrebbe dovuto creare un circuito virtuoso in grado di far crescere l’economia attraverso il coinvolgimento delle imprese locali. Così finora non è stato.
Anzi le aziende tarantine si vedono paradossalmente ospiti in casa propria: una vera beffa che tradisce e calpesta l’art. 9 dell’Atto costitutivo del CIS che prevede appunto la compartecipazione delle realtà produttive locali.
Il tutto in un’assordante silenzio, come segnato dalla rassegnazione.
Le imprese locali in più sedi e a più riprese hanno denunciato questo stato di pericolosa stagnazione ed emarginazione: di qui le tantissime richieste di intervento ai nostri rappresentanti istituzionali a tutti i livelli, dal Comune, alla Provincia, alla Regione e ai Parlamentari affinché la Politica, intesa non partiticamente ma come amministrazione della cosa pubblica, dia risposte concrete. Finora troppe dichiarazioni d’intenti, tavole rotonde, passerelle che non hanno assolutamente invertito la rotta!
Il voler mettere Taranto al centro dell’agenda nazionale si starebbe rivelando solo una pia illusione: “il piatto piange”, come dimostra lo scarso risultato di incremento delle ore lavorate per le maestranze locali, come già evidenziato qualche settimana addietro dalla Cassa Edile di Taranto. Proprio le ore lavorate sono il “termometro”, la “cartina al tornasole”: opere faraoniche che appena sfiorano le imprese tarantine. Eppure quale migliore occasione di questa per dare una salvifica boccata d’ossigeno ai nostri lavoratori? Nulla di tutto questo!
Di qui l’appello di Confartigianato Taranto al Prefetto affinché, in qualità di massimo rappresentante dello Stato sul territorio, crei le condizioni per ricucire questo strappo tra interventi di respiro nazionale ed economia locale, rappresentata dalle nostre aziende. L’idea della costituzione di un Osservatorio che monitori il coinvolgimento delle nostre imprese costituirebbe una preziosa garanzia. È l’ultima speranza per una Taranto da troppi anni terra di conquista, cannibalizzata dai forestieri che di fatto hanno eroso in misura esponenziale il reddito delle nostre imprese e la massa salari.
In tal senso ben venga la nascita – alcuni giorni fa – del “Centro Operativo di Trasparenza e Legalità”, frutto della riunione in Prefettura del Tavolo di monitoraggio dei flussi di manodopera previsti dal Protocollo di Legalità sugli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione affidata ai Commissari Ilva in Amministrazione Straordinaria. È solo un primo passo in avanti, cui devono seguire numerosi altri, confidando che siano davvero concreti e forieri di benefici per le nostre realtà imprenditoriali, con l’auspicio altresì che la partecipazione a questi Tavoli sia estesa anche alle Organizzazioni di categoria rappresentative della piccola impresa e dell’Artigianato, vero motore di un’economia che parte dal basso e che permette così la crescita dell’intero territorio.
Confartigianato Taranto
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