IL 2019 DI CONFINDUSTRIA, LUCARELLA: “GRANDI SFIDE E OPPORTUNITÀ CON MATERA”

Riflettori su turismo, cultura e agroalimentare: asset strategici sui quali puntare con più convinzione

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di PAOLO ARRIVO

Luci e ombre: un anno difficile ha caratterizzato il percorso dell’area jonica. I segnali di crescita ci sono, ma il tessuto socio-economico va irrobustito ancora. La strada della diversificazione sembra essere quella giusta nella città dell’acciaio, che vuole fare di ArcelorMittal una risorsa imprescindibile in termini occupazionali e di sviluppo. Da conciliare finalmente con l’ambiente e con la salute. Asset strategici nei quali Confindustria crede molto sono turismo, cultura e agro-alimentare, accorpati in un’unica sezione, presieduta a Taranto dalla martinese Beatrice Lucarella. Che quest’anno ha avuto un nuovo prestigioso e meritato incarico in Confindustria nazionale entrando a far parte del Gruppo tecnico Cultura e Sviluppo. Le abbiamo chiesto un bilancio del 2018.

“Premesso che la provincia di Taranto è molto indietro rispetto al resto della regione, è bene guardare al bicchiere mezzo pieno. Per riempirlo occorre promuovere e valorizzare quanto abbiamo a disposizione, tenendo conto del valore, del successo che sta riscuotendo il made in Italy agroalimentare; occorre rafforzare la consapevolezza che il turismo è impresa, da analizzare come fattore economico (cresce anche grazie ai grandi eventi legati allo sport o al cinema, ndr); che la cultura è comparto di grande interesse da sviluppare come azione imprenditoriale”. “Ugualmente importante la intermodalità – spiega BL – favorire il dialogo degli imprenditori, tra di loro e con le istituzioni. Il che dovrebbe avvenire in maniera critica ma propositiva”. Allargando lo sguardo alla comunità di cui fa parte il Belpaese, Beatrice Lucarella ricorda (e lo ha fatto anche partecipando ad un interessante convegno organizzato dai ragazzi di Upward a Martina) che Confindustria ha una delegazione a Bruxelles, “molto attiva”, il cui compito è proprio quello di “fare gli interessi degli imprenditori italiani presso le sedi europee, in assistenza alle progettualità di cui hanno bisogno. Ci riesce attraverso quel dialogo costruttivo utile alla creazione di norme legate al mondo imprenditoriale e non solo. Siamo sul campo, insomma, e va detto che la maggior parte delle aziende sopravvivono grazie alla internazionalizzazione. In una Europa che piace poco, che è madre ma viene percepita come matrigna, dovremmo essere più europei e meno europeisti, per contare maggiormente”. Se la visione è distorta, e il sentimento amoroso affievolito, o proprio spento, la responsabilità ricade certamente sulla politica: ”I nostri europarlamentari dovrebbero essere molto più presenti sul territorio per accorciare la distanza dei cittadini dall’Europa. Gli stessi sono chiamati alla partecipazione attiva”.

Quanto al 2019, “ci aspetta un anno di grandi sfide. Sfruttando intanto la vicinanza del capoluogo ionico con Matera, capitale europea della cultura: una opportunità unica, irripetibile, alla quale non dobbiamo farci trovare impreparati. In realtà noi ci siamo mossi per tempo: molte aziende hanno partecipato al bando di Confindustria e Fondazione Matera Basilicata 2019: otto imprese, sei delle quali sono risultate vincitrici su cinquanta a livello nazionale. Questo dà il senso del bicchiere mezzo pieno di cui dicevo, e dimostra che c’è una certa vivacità imprenditoriale sul territorio. Di qualità soprattutto”.

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