Il Borgo di Taranto lentamente muore, poca la gente per strada, interi isolati del centro deserti anche nelle ore solite del passeggio serale. La ripartenza di settembre, dopo la pausa estiva, lascia poche speranze di ripresa: alcune attività commerciali, anche storiche e di prestigio, dopo la chiusura per ferie hanno lasciato a casa i dipendenti perché hanno cessato l’attività.
Il cambio delle vetrine, i primi capi autunnali in esposizione, la voglia di curiosare tra gli stand dei negozi per scoprire le novità della moda: un rito sempre più destinato – confermano i commercianti del Borgo- a perdersi nel ricordo di un Borgo vivace, elegante, che con la sua ricca offerta di negozi e boutique richiamava gente anche della provincia.
Un centro città che oggi è cambiato, ma non in meglio, perché da anni è ormai grigio, spento, sempre meno attrattivo. Un centro città che se un tempo era comunemente definito il ‘salotto buono’ per la cura e la gradevolezza degli spazi pubblici, oggi si presenta sciatto, trascurato, consegnato all’incuria. Un centro città difficile da raggiungere, dove è davvero complicato parcheggiare. Un centro città che non attrae, che non trattiene, non incuriosisce, privo di un progetto da condividere che renda chiara l’immagine della città che si vuole comunicare.
“Tanti operatori, tante testimonianze, una sola indicazione: ‘Facciamo qualcosa. Reagiamo’. Il malcontento, la frustrazione, se non addirittura la rabbia è tanta – dichiara il presidente provinciale di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande- i commercianti del Borgo riuniti in assemblea in Confcommercio chiedono, anzi pretendono, risposte concrete, da una Amministrazione comunale che sembra essere lontana anni luce dalle problematiche più comuni del Borgo. La pulizia ed il decoro delle strade e degli spazi pubblici sono una questione ancora irrisolta, e non solo nelle strade più marginali, ma nella stessa area pedonale che dovrebbe essere la vetrina più attrattiva del Borgo. Che dire poi del Palazzo degli Uffici, come un bozzolo chiuso in un brutto involucro da diciassette anni. La grande delusione del tanto atteso intervento di riqualificazione di Baraccamenti Cattolica, un’area che doveva essere il nuovo polo culturale del Borgo, ma che di fatto non ha inciso minimamente sulla qualità dell’offerta culturale e del leasure poiché non è minimamente attrattivo, per tutta una serie di carenze. Il mercato Fadini, per la sua storia e la sua tradizione, da tempo indicato come uno degli attrattori commerciali e turistici del Borgo, da anni attende un progetto di rilancio, puntualmente annunciato ma sempre e solo a parole.
I commercianti e gli operatori del Borgo hanno sempre chiesto un progetto di rigenerazione urbana che attraverso interventi di recupero a livello di infrastrutture e servizi riqualifichi gli spazi, migliorando così la qualità della vita del cittadino e in generale di chi per motivi di lavoro o altro, frequenta il Borgo con evidenti ricadute nella sfera sociale, economica ed ambientale. Un progetto che attraverso il rilancio dell’immagine territoriale del Borgo promuova politiche di partecipazione sociale, incentivando l’imprenditoria locale, e che sia anche motivo di rilancio economico (interventi di restauro degli immobili, l’apertura di nuove attività). Un progetto che – come da tempo Confcommercio chiede all’amministrazione Melucci- coinvolga le componenti sociali in un dialogo costante, costruttivo, partecipativo.
Purtroppo invece, è netta e chiara la sensazione che al primo cittadino e ai suoi più stretti collaboratori, poco o nulla importi delle problematiche delle imprese, e della vita di chi lavora nelle attività del commercio, dei servizi, dell’artigianato, delle professioni o fors’anche dei residenti stessi, considerata la superficialità e la leggerezza con la quale si interdicono al traffico interi isolati per eventi decisi nelle stanze del Comune senza alcun confronto e coinvolgimento degli stakeholder, se non quando chiamati 24 ore prima per ratificare decisioni già assunte. Il Sindaco purtroppo sempre più concentrato su le problematiche della tenuta politica della sua Giunta ha perso – osservano gli operatori- il contatto con la gente.
I commercianti del Borgo comunque non intendono arrendersi e non lasceranno che la città sposti il suo centro verso un’area decentrata della città cresciuta attorno all’offerta di un centro commerciale. La tensione è alta e ben difficilmente sarà possibile contenere i toni di un malessere che ha raggiunto livelli di sopportazione intollerabili. Per tale motivo – conclude Giangrande- ci riserviamo da ora in avanti di intraprendere tutte le azioni utili alla tutela del commercio del Borgo”
Comments are closed.