Un’operazione di alto impatto è stata messa a punto dalla Polizia di Stato negli ultimi giorni coordinata dalla Squadra Mobile e finalizzata alla ricerca dei presunti responsabili dei furti di veicoli e moto che si sono verificati nel nostro capoluogo.
Sono stati arrestati dai Falchi della Squadra Mobile due pregiudicati tarantini di 35 e 26 anni ritenuti presunti responsabili del furto di uno scooter.
Il proprietario del motociclo ha dichiarato ai poliziotti in sede di denuncia che nel pomeriggio aveva fatto rientro a casa dopo aver parcheggiato lo scooter nel cortile sottostante ed a distanza di qualche ora aveva ricevuto l’alert della sua banca per degli acquisti effettuati in tempo reale con la sua carta bancomat.
Insospettito è sceso per strada accorgendosi solo in quel momento del furto del motociclo e del portafogli dimenticato nel vano portaoggetti.
I poliziotti hanno ascoltato gli esercenti dei negozi alimentari nei quali erano stati effettuati gli acquisti con il bancomat rubato e dalle loro descrizioni hanno individuato i due presunti ladri, già noti per simili reati.
Le ricerche dei due sono durate qualche ora.
In tarda serata i due sono stati rintracciati mentre percorrevano a piedi una via del centro cittadino e, messi alle strette dalle incalzanti domande dei poliziotti, non hanno potuto far altro che ammettere le loro responsabilità per il furto della vespa e per gli acquisti fatti in alcuni esercizi alimentari del centro cittadino con il bancomat della vittima.
La vespa è stata poi recuperata in via Blandamura dove era stata nascosta dopo il furto ed era stata assicurata con una catena chiusa intorno alla ruota posteriore, la cui chiave era stata recuperata poco prima durante la perquisizione personale dei due presunti ladri.
I documenti rubati non sono stati recuperati. Infatti, come dichiarato dagli autori del furto, erano stati gettati in un cassonetto per la raccolta dei rifiuti che purtroppo era già stato svuotato.
Dagli accertamenti sarebbe emerso che il 26enne era destinatario della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, mentre il 35enne era sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Trasmessi gli atti all’Autorità Giudiziaria competente, i due sono stati identificati come presunti responsabili del furto aggravato, in concorso tra loro ed è stata disposta la misura dei domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Si ribadisce che per i due arrestati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva.
Nell’ambito della stessa operazione, la Squadra Mobile ha eseguito un’ordinanza di esecuzione della misura detentiva in carcere nei confronti di un 28enne pregiudicato tarantino.
Il giovane dovrà espirare 10 anni e sei mesi di reclusione per cumulo di pena.
Il 28enne, tra il 2010 e il 2014, nonostante la sua giovanissima età, si sarebbe reso responsabile di episodi criminosi ed in particolare di furti di ciclomotori e rapine a mano armata oltre a numerosissime violazioni del Codice della Strada ed a reati quali sequestro di persona a scopo di estorsione, possesso ingiustificato di chiavi alterare e arnesi atti allo scasso e minaccia e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Nel novembre del 2014, con un suo complice, si sarebbe reso anche responsabile di lesioni e resistenza a Pubblico Ufficiale perché a bordo di una moto tentò di forzare un posto di blocco della Polizia di Stato e, con spericolate manovre per procurarsi una via di fuga, tentò di investire un agente di Polizia.
Qualche mese dopo fu arrestato in flagranza di reato perché colto sul fatto dai poliziotti dopo aver compiuto una rapina ad un tabaccaio del centro città.
Gli agenti della Squadra Volante hanno così notificato il provvedimento al giovane che al momento era in regime degli arresti domiciliari e lo hanno accompagnato presso la locale Casa Circondariale.
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