Al flop dei saldi invernali, segue anche il flop delle vendite estive. E’ il risultato a livello nazionale sulla base del sondaggio effettuato da Confesercenti sugli operatori aderenti alla Fismo, la Federazione italiana del settore Moda.
I saldi estivi, in tutta la penisola, si sono rivelati deludenti per il 50% dei negozi. Anche per il 2024, i dati confermano che i saldi estivi sembrano ormai aver perduto il loro “richiamo” sia per i commercianti che per gli stessi consumatori.
In Puglia, ad esempio, sono andate leggermente meglio le città turistiche, rispetto ai piccoli centri e alle altre città. Ma a Taranto ed in provincia c’è stata una vera debàcle. A Martina Franca, in particolare, ha prevalso la “cultura della villeggiatura”: turisti e residenti hanno preferito il fresco rigenerante della campagna e il centro storico si è svuotato d’incanto”. Stesso fenomeno anche sulla litoranea costiera, penalizzando la città di Taranto ma anche i comuni costieri.
Secondo Andrea Liuzzi, responsabile della Fismo provinciale: “questa delusione delle vendite estive impone una riflessione non più procrastinabile. Diverse sono state le motivazioni del flop dei saldi estivi: “in primis ha influito negativamente il cambiamento climatico (davvero drammatico come quest’anno), poi la desertificazione dei centri storici, il continuo aumento del commercio on-line ed anche le vendite effettuate da irregolari.
“I dati di questo ennesimo flop estivo – sottolinea il presidente provinciale della Fismo – confermano quanto sia necessario intervenire per rivedere il meccanismo delle vendite di fine stagione. I saldi devono tornare ad essere un evento davvero “atteso” dai consumatori e pertanto devono iniziare almeno un mese (ma anche di più) dopo le date in cui sono hanno avuto inizio quest’anno e devono durare al massimo trenta giorni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente nazionale di FISMO, Benny Campobasso che rilancia: “ È inoltre improcrastinabile un intervento europeo per regolamentare l’attività delle grandi piattaforme dell’online che hanno inflazionato sconti e promozioni, complici i trattamenti fiscali più leggeri. I governi europei devono capire che il commercio di prossimità è una ricchezza da tutelare per salvaguardare il futuro delle nostre stesse città. Sembra banale dirlo, – conclude il presidente Campobasso – ma una maggiore attenzione delle forze governative, che noi evochiamo da tempo per il nostro settore, è sempre più necessaria per ridare impulso ad un comparto che è stato sempre una colonna dell’economia italiana”.
Comments are closed.