FIOM: “EX ILVA, NON SI POSSONO PERDERE DUE ANNI”

LE PAROLE DI FRANCESCO BRIGATI DELLA SEGRETERIA

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“Il rischio concreto che tra due anni si possa tornare nella condizione in cui ci troviamo oggi, obbliga il governo a modificare il piano ambientale introducendo innovazioni tecnologiche che vadano a modificare l’attuale processo produttivo e applicando le linee guida per la valutazione di impatto ambientale e sanitario”. Lo afferma Francesco Brigati della segreteria Fiom Cgil di Taranto, aggiungendo che lo slittamento al 31 maggio 2024 del passaggio in maggioranza dello Stato, tramite Invitalia, in Acciaierie d’Italia rappresenta “una chiara ed ulteriore debacle della politica”. Secondo Brigati, “è del tutto evidente che il mancato dissequestro degli impianti mostra il totale fallimento del governo, impegnato in questi mesi ad annunciare fantomatiche riprese produttive evitando di fatto un confronto con la Fiom Cgil e le altre organizzazioni sindacali che da tempo lanciano segnali di allarme per la situazione in cui versa lo stabilimento siderurgico”. Taranto e i lavoratori, osserva Brigati, “non possono attendere ulteriori due anni per innovare il processo produttivo e non possiamo pensare che l’applicazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale possa essere un ‘passepartout’ per il dissequestro perché non sarà un procedimento automatico e soprattutto in assenza di un nuovo modello produttivo rischieremmo di perdere un appuntamento importante con il Pnrr. La situazione dello stabilimento siderurgico di Taranto – conclude – richiede un focus sul piano industriale, ambientale oltre a temi mai risolti come l’utilizzo della cassa integrazione, la gestione degli impianti e degli investimenti sulla programmazione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie”. (ANSA).

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