La Fim Cisl, in una lettera inviata oggi al direttore delle Risorse umane di ArcelorMittal, Arturo Ferrucci, diffida dal mettere in cassa integrazione i lavoratori destinati alla quota rimpiazzo sugli impianti. Per la Fim, “la figura rappresentata e definita come quota rimpiazzo di fatto, non può essere posta d’ufficio in ammortizzatore sociale, utilizzando impropriamente, e abusando tra l’altro, di uno strumento predisposto per altre finalità e necessità”.
La Fim denuncia che nelle macro aree del siderurgico, e cioè altiforni, acciaierie, produzione lamiere, treno nastri, laminatoio a freddo, finitura nastri e agglomerato, la quota rimpiazzo di stabilimento viene collocata “arbitrariamente” e “coercitivamente” da ArcelorMittal in cassa integrazione. La Fim segnala, inoltre, all’azienda “che in molteplici impianti, la decurtazione di personale operata nel tempo, non è stata più reintegrata generando sistematicamente la necessità di copertura attraverso prestazioni straordinarie e programmate”. In quanto al personale posto in cig, la Fim Cisl dichiara infine che “l’organico tecnologico, nella funzionalità delle turnazioni, prevede da norme contrattuali l’esistenza di personale finalizzato alla sostituzione, per qualsiasi necessità, della postazione lavorativa resasi vacante”.
Per la Uilm con questa gestione fallimentare non c’è e non ci sarà futuro”. Lo dice ad AGI, a proposito di ArcelorMittal, il coordinatore di fabbrica Uilm, Gennaro Oliva, precisando che la revoca dello sciopero del 3 marzo in fabbrica é stata decisa oggi da Fim Cisl, Fiom Cgil e Usb “perché noi come Uilm già da qualche giorno avevamo detto che soprassedevamo allo sciopero del 3 marzo a favore di una iniziativa di carattere più generale, di una mobilitazione di massa da organizzarsi, perché siamo in uno snodo cruciale, tra l’inaffidabilità palese di ArcelorMittal, i passi che attendiamo dal nuovo ministro Giorgetti, che ci auguriamo siano di vera discontinuita, e il ruolo di Invitalia in ArcelorMittal, che come azionista rappresentante dello Stato ancora oggi non si capisce se c’è o non c’è e soprattutto come intende muoversi”. Lo sciopero del 3 marzo, inizialmente indetto per protestare contro ArcelorMittal che sta trasformando in cassa integrazione le richieste di ferie da parte dei lavoratori (stessa cosa, per i sindacati, l’azienda sta facendo con i permessi della legge 104) è invece rientrato perché oggi, nell’incontro con i sindacati, l’azienda ha assicurato di fatto che le ferie programmate dal personale dipendente restano tali e non c’è alcuna variazione. (AGI)
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