FANTASTICA MENTE – SE LA SCUOLA E’ “SCONNESSA”

QUARTA PUNTATA DELLA RUBRICA DELLA PSICOLOGA SILVIA RUGGIERO

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di SILVIA RUGGIERO

La scuola e la riorganizzazione delle lezioni in modalità telematica, come risposta all’emergenza Covid 19, ci ha offerto la grande possibilità di ripensare agli strumenti relazionali che abbiamo in dotazione per rispondere alle esigenze degli studenti.

Degli strumenti elettronici gli insegnanti si erano già dotati e chi non lo aveva ancora fatto ha dovuto provvedere in qualche modo. Con più o meno fatica, tutti si sono allineati, tutti si sono connessi alla rete.

E gli strumenti relazionali? La capacità di “connettersi” con gli studenti, di coinvolgerli, la capacità di comprendere e di farsi comprendere, l’uso della comunicazione autentica che mette in collegamento non solo la parte logica del cervello ma anche tutta quella parte relativa all’intelligenza emotiva: di questi strumenti gli insegnanti sono dotati? E chi aiuta gli insegnanti a comprendere se hanno necessità di affinarli?

In questo periodo ho avuto modo di vedere al lavoro insegnanti straordinariamente impegnati a dare il massimo e a riflettere su sé stessi e sulle proprie “dotazioni” utilizzando tutte le risorse personali e professionali per rispondere adeguatamente alle esigenze dei loro alunni. Ma oltre a questi esempi si dedizione ed efficienza purtroppo sono anche stata testimone di situazioni che mi hanno fatto rabbrividire.

Ho seguito alcuni genitori e alunni che, dopo un momento iniziale di smarrimento, sono riusciti ad ottenere risultati migliori nello studio a casa di quanto i ragazzi avessero ottenuto a scuola. Persino un ragazzo, che i docenti avevano identificato come “problematico”, per cui chiedevano insistentemente che venisse diagnosticato un disturbo dell’apprendimento (fuori tempo e fuori luogo), studiando a casa è riuscito a diplomarsi con 70/100, dimostrando alla commissione d’esame il suo valore.

Ho visto insegnanti di sostegno sprovvisti di adeguati strumenti professionali e relazionali, essere consapevoli della loro inutilità e rassegnati all’impossibilità di dare un contributo al benessere e/o ai risultati scolastici degli alunni seguiti.

Per favore, riflettiamo, parliamone, connettiamoci con i nostri bambini e con i nostri ragazzi, facciamo qualcosa.

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