di SILVIA RUGGIERO
L’illusione del pensiero lineare.
Ci immaginiamo come fogli di carta, sottili, con una superficie che rappresenta il tutto.
E ci comportiamo come se sotto la superficie non ci fosse nulla.
Quella superficie è ben descritta dal pensiero logico, lineare: quello che esclude le alternative, che segue una direzione ben definita, che ha tutte le risposte.
Invece capita che qualcosa all’improvviso ci fa mancare il respiro, ci fa bene ma anche male, ci fa muovere una parte interna del sentire noi stessi a cui non riusciamo a trovare nemmeno un nome, una definizione e un posto nella nostra vita.
Ci fermiamo all’improvviso e non sappiamo più se la nostra direzione è quella “giusta” per noi.
Quel respiro sospeso ci fa intravedere che sotto quella superficie esiste tutto un mondo interno fatto di emozioni e sentimenti che quella logica lineare non riesce a cogliere.
Nel nostro mondo interno regna la complessità, una sorta di confusione che è caos solo se non abbiamo gli strumenti per leggerla. E gli strumenti che spesso ci mancano sono quelli di una alfabetizzazione emotiva che è scarsamente presente nella nostra cultura e nella nostra storia personale.
E così cerchiamo di restare in superficie perché quando inciampiamo nelle nostre emozioni ci sentiamo quasi affogare in un mare sconosciuto. Ma quel mare rappresenta la nostra storia, le nostre ferite, le nostre emozioni, potremmo provare ad imparare a nuotare o almeno cominciare a bagnarci i piedi piano piano…..”
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