– “Il Governo ha manifestato la volontà di andare in maggioranza nell’ex Ilva, anche accelerando i tempi: questa è certamente una cosa buona, ma servono i fatti. Perché all’incontro di oggi col ministro Giancarlo Giorgetti è stata sicuramente espressa una volontà di fare le cose ma la realtà purtroppo ci dice che la situazione è ancora in stallo”. Lo dice all’Agi all’uscita del vertice al Mise sull’ex Ilva il segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia.
“Come Governo – aggiunge Benaglia – hanno manifestato la volontà di guardare su Taranto e di continuare ad investire, ma il punto è che siamo ancora fermi. Il consiglio di amministrazione della nuova società non si è ancora insediato e questo dovrebbe accadere dopo il verdetto del Consiglio di Stato”.
Quest’ultimo, che ha tenuto ieri l’udienz,a deve decidere se confermare o bocciare la sentenza di febbraio del Tar Lecce che ha ordinato lo spegnimento degli impianti ritenuti inquinanti. Attualmente lo Stato, con Invitalia, ha il 38 per cento del capitale della nuova società con ArcelorMittal (Acciaierie d’Italia) e il 50 per cento dei diritti di voto. Il passaggio dello Stato al 60 per cento è previsto dall’accordo di dicembre 2020 entro maggio 2022.
“Le condizioni per andare in maggioranza come Stato, stando all’accordo di dicembre 2020 sono però complicate – riferisce Benaglia – perché c’è anche il nodo del dissequestro giudiziario degli impianti. Su questo il ministro ha risposto che stanno cercando il dialogo”. “Quanto al bilancio 2020, la norma prevede che lo si approvi entro giugno: non vorrei che ArcelorMittal tenesse bloccata la situazione sino ad allora” conclude Benaglia.
“Il ministro Giorgetti ci ha detto che a breve si insedierà realmente il consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, che hanno intenzione di realizzare un Piano nazionale della siderurgia e che ritengono che Taranto non può prescindere dalla produzione di acciaio e che questa dovrà essere realizzata con criteri innovativi. Abbiamo detto come sindacati che siamo d’accordo, ma decidete come fate e soprattutto come gestire la transizione che é il vero problema”. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilm, all’uscita del Mise dopo il vertice col ministro Giancarlo Giorgetti sull’ex Ilva.
“La situazione è diventata esplosiva, non può assolutamente attendere, e abbiamo chiesto a Giorgetti di assumere comunque delle decisioni. Le decisioni si dovranno assumere in ogni caso, sia se il Consiglio di Stato deciderà di chiudere l’area a caldo, sia se deciderà di continuare a far marciare lo stabilimento perché molto probabilmente, anche in quel caso, ci saranno delle prescrizioni”. “Abbiamo evidenziato che attendere esclusivamente il giudizio della Magistratura per noi è qualcosa di insopportabile”, ha sostenuto Palombella. “Ci hanno detto che i tecnici individuati per lo Stato sono in grado di iniziare il controllo una volta insediati e che molto probabilmente loro vorranno anche accorciare i tempi, non nel 2022 ma anticipando, perché solo anticipando il controllo, lo saranno in grado anche di poter imprimere un’azione diversa”, ha aggiunto.
“Oggi – ha proseguito Palombella – abbiamo anche lamentato un clima repressivo e autoritario nello stabilimento di Taranto. Ci hanno detto che inizieranno a controllare anche questo. Noi siamo molto lenti, ma le cose che abbiamo detto le stiamo realizzando, dovete aver pazienza”. “Non riusciamo ad avere incontri che riescono a prospettare una soluzione. Quella Ilva è una storia infinita. Anche l’incontro di oggi è stato un prendere tempo”.
Il Governo suppone che “nel giro di due-tre settimane la questione del Consiglio di Stato sia sciolta”. Lo ha dichiarato Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil, a proposito dell’ex Ilva all’uscita dal Mise dopo il vertice col ministro Giancarlo Giorgetti.
“Non ci aspettavano grandi cose e non abbiamo avuto grandi cose – ha affermato Re David – Giorgetti di ha detto con chiarezza che ci ha convocato perché c’è una mobilitazione in corso e che questo è il motivo della riunione”.
“Al ministro da tutti noi – ha proseguito Re David – è stata rappresentata la questione complessa che c’è dentro tutte le questioni che riguardano Mittal: licenziamenti, manutenzioni, relazioni sindacali. Ci aspettavamo che, una volta costituita la nuova società, lo Stato, che é entrato, svolgesse un ruolo di controllo”. “Ci é stato risposto – ha proseguito la numero uno della Fiom Cgil – che sono stati nominati presidenti e consiglieri di amministrazione ma ci sono due condizionalità perché il tutto sia operativo: la sentenza del Consiglio di Stato, che si deve pronunciare, e l’approvazione, da parte di Mittal, del bilancio 2020 che Mittal vorrebbe venisse approvato dalla società pubblica mentre il Governo dice che avendo fatto loro l’anno, se lo devono approvare”.
Dopo il Consiglio di Stato e la sentenza Tar, il governo ha detto che “lo Stato entrerà per svolgere nell’ex Ilva la funzione di controllo e l’obiettivo è portare a completamento la cosa avvicinando anche i tempi previsti per lo Stato in maggioranza. Speriamo di avvicinare i tempi, ci hanno detto” ha sostenuto Re David.
“Ci hanno detto che nel Pnrr ci sono risorse consistenti e che Taranto è il centro della decarbonizzazione – ha concluso Re David – e hanno insistito nel dirci che c’è un impegno forte del Governo”. (AGI)
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