EX ILVA, PRESIDI USB E AUTOTRASPORTATORI

Le proteste in corso da stamattina

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Un gruppo di autotrasportatori affiliati a Confartigianato sta manifestando questa mattina, con i propri mezzi, davanti alla portineria C del siderurgico di Taranto di ArcelorMittal, ex Ilva. Portineria dove, nel frattempo, si è spostato il presidio di protesta che stamattina il sindacato Usb ha cominciato davanti alla direzione dello stabilimento. Circa un centinaio sono i lavoratori e i delegati sindacali Usb che partecipano al sit in che il sindacato ha indetto contro la gestione ArcelorMittal.

Sotto accusa dallo stesso Usb per una serie di problemi che vanno dal massiccio ricorso alla cassa integrazione allo stato degli impianti, che Usb dichiara essere privi di manutenzione, dalla mancata bonifica della fabbrica alla trattativa che il Governo sta portando avanti con ArcelorMittal ai fini del coinvestimento dello Stato nel gruppo siderurgico attraverso la società pubblica Invitalia.
Oltre al presidio, Usb ha anche dichiarato uno sciopero. Diverse, invece, le ragioni per le quali gli autotrasportatori vicini a Confartigianato stanno protestando stamattina davanti alla portineria C. A questo presidio non partecipano gli autotrasportatori associati a Confindustria. Secondo fonti di categoria interpellate da AGI, un pezzo di trasportatori di Confartigianato non ha accettato la piattaforma alla quale ArcelorMittal ha invitato tutti gli operatori del settore ad iscriversi al fine di gestire meglio i flussi di carico di prodotti dallo stabilimento di Taranto verso le aree di consegna.

Secondo queste fonti, l’adesione alla piattaforma –  che ArcelorMittal aveva già proposto verso la fine del 2019, quando ci fu una forte protesta della categoria per i mancati pagamenti da parte di ArcelorMittal – ha invece permesso ai trasportatori di fare un passo avanti sia in termini di fatturato, che di organizzazione delle prestazioni di lavoro.
“Abbiamo discusso con ArcelorMittal per quasi tre mesi ma alla fine siamo arrivati ad una intesa” spiegano le fonti dei trasportatori interpellate da AGI. Il nuovo sistema è partito da lunedì della scorsa settimana, lo si sta testando in questi giorni, ed uno degli elementi è che ad ogni trasportatore viene adesso riconosciuto un carico di 28 tonnellate per viaggio, mentre prima il pagamento veniva effettuato sulla base della tipologia di coils (sono i rotoli di acciaio) caricati. Le stesse fonti dicono ad AGI che per la categoria del trasporto, non si segnalano criticità circa mancati o ritardati pagamenti da parte di ArcelorMittal, al contrario di fine 2019 quando tutti i trasportatori effettuarono alcuni giorni di presidio davanti alla portineria C, poi sbloccatosi con l’intervento delle istituzioni locali sull’azienda.
“La scorsa settimana ci hanno pagato tutto” dicono ancora alcuni operatori del trasporto, mentre non è così per l’indotto-appalto che al siderurgico eroga prestazioni di altra natura come lavori, ricambi e manutenzioni. Queste imprese – che costituiscono una fetta rilevante delle attività che ArcelorMittal assegna all’esterno – lamentano ancora ritardi sul saldo delle fatture scadute. E anche la cifra degli ultimi pagamenti comunicata dall’azienda venerdì scorso, pari a circa 3 milioni di euro, viene ritenuta dalle imprese iscritte a Confindustria Taranto inadeguata e insufficiente rispetto a ciò che le stesse imprese devono ancora ricevere dal committente. (AGI)

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