“Questa mattina abbiamo incontrato i dirigenti di Acciaierie d’Italia ma non ci hanno comunicato nulla sulla ripartenza degli impianti siderurgici attualmente fermi. A Taranto l’ex Ilva continua a restare per una buona parte ferma tra acciaieria 1, altoforno 2, treno lamiere e altri reparti”. Lo dichiara all’AGI Vincenzo La Neve, coordinatore di fabbrica Fim Cisl, dopo la riunione che le sigle metalmeccaniche hanno avuto col responsabile delle relazioni industriali, Pietro Golini, e il nuovo responsabile delle acciaierie, Giuseppe D’Antuono. “Abbiamo parlato solo di rotazioni del personale attualmente in cassa integrazione – rileva La Neve -. Ma l’azienda su questo punto ci ha fatto solo una timida apertura. Ha detto che verificherà quali unità dell’acciaieria 1, che oggi sono sospese dal lavoro e in cassa, possono lavorare sull’acciaieria 2, che è invece in marcia. Ma si tratta di una rotazione che interesserebbe poche unità. L’ex Ilva ha detto che devono essere formate e corrispondere alle necessità dell’impianto”. “Su acciaieria 1 e altoforno 2, fermi da settimane e che sarebbero dovuti ripartire ai primi di settembre, Acciaierie d’Italia non ha fornito alcuna indicazione – prosegue La Neve -. I dirigenti aziendali hanno detto che stanno valutando, vedendo, ma non c’è alcuna schiarita. Anche le manutenzioni sono state ridimensionate. Forse sull’assetto di marcia del siderurgico l’ex Ilva potrebbe convocarci in settimana”.
A Taranto la cassa integrazione è in corso da marzo scorso. Rispetto però ai cicli precedenti, che sono stati di cassa ordinaria e Covid, questa è straordinaria e durerà sino a marzo 2023. Tremila addetti è il numero massimo autorizzato per l’ex Ilva. E a Taranto, per i sindacati, sono attualmente in cigs 2.500 addetti. Alla cassa straordinaria potrebbe però subentrare quella per il caro energia, per due mesi e scontata come oneri, che è alla base del nuovo provvedimento allo studio da parte del Governo. La siderurgia, in quanto energivora, è tra i settori ammessi. Intanto il consigliere regionale della Puglia, Massimiliano Stellato, rilancia la necessita di riaprire l’accesso alla legge che permette di pensionare in anticipo, in base ad un diverso calcolo dei periodi di lavoro e di contribuzione, i lavoratori esposti all’amianto. Misura questa già applicata anche ampiamente nell’ex Ilva in passato. Fra i potenziali beneficiari, Stellato cita i dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria, cioè coloro che ArcelorMittal non ha assunto nel 2018 al momento del subentro. “Ritengo che anche all’interno dei cassintegrati di Ilva in as – afferma Stellato – ci sia un numero di lavoratori che potrebbe accedere ai benefici del pensionamento anticipato per l’amianto qualora il meccanismo legislativo fosse ripristinato. In tal modo, si ridurrebbe la platea dei cassintegrati Ilva in amministrazione straordinaria, oggi 1600 unità”.
Comments are closed.