EX ILVA, INTERPELLANZA DEL PD AL SENATO

NEL FRATTEMPO USB CHIEDE DI NAZIONALIZZARE L'AZIENDA

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Il Pd scende in campo sulla questione degli impianti siderurgici ex Ilva di Taranto con un’interpellanza che arriverà nel pomeriggio in Aula al Senato. Il documento chiede innanzi tutto di sapere se è vero che il ministro Fitto abbia sottoscritto un accordo , contenuto in un “memorandum”, con l’amministratore delegato di ADI e Arcelor Mittal per “procedere alla cessione delle quote pubbliche ad Arcelor Mittal, rinunciando al percorso finalizzato a portare Invitalia al 60 per cento del capitale di ADI”. I senatore dem chiedono inoltre di rendere pubblici i contenuti le condizioni, le prospettive e la strategia che “si intende mettere in atto, in assenza di un piano industriale, per garantire la continuità aziendale e i livelli occupazionali di una realtà di importanza strategica per il Paese”. Tra le richieste rientra anche quella sulle misure da adottare per “rimuovere il rinvio sine die degli interventi di ambientalizzazione del sito, tenuto conto del giudizio pendente presso la Corte di giustizia della UE e del parere espresso dalla Commissione europea sulla legittimità delle autorizzazioni ambientali concesse allo stabilimento ex ILVA di Taranto”. Il partito democratico attende risposte anche sulla possibilità di “istituire un tavolo permanente, con il coinvolgimento delle istituzioni locali” e se il Governo sia intenzionato a dismettere “altri importanti impianti siderurgici in Italia, a partire da quello di Piombino, e quali iniziative si intenda adottare per fronteggiare la preoccupante situazione anche negli stabilimenti ex ILVA di Genova Cornigliano e Novi Ligure, dove si sono registrati anche recentemente il blocco delle produzioni e un aumento della cassa integrazione, effetto della mancanza di un piano industriale serio nonostante le ripetute dichiarazioni fatte al riguardo”.


L’USB CHIEDE LA NAZIONALIZZAZIONE

“La nostra delegazione sarà presente al tavolo per ribadire ancora una volta che il futuro del nostro paese non può essere messo nelle mani di ArcelorMittal. Per questo continuiamo a sostenere la necessità di nazionalizzare l’azienda. Non può essere più un tabù se vogliamo garantire l’occupazione dei lavoratori diretti, appalto, di Ilva in As, tutelando l’ambiente senza compromettere un solo posto di lavoro”. Lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti, dell’esecutivo confederale Usb, in vista del nuovo tavolo sull’ex Ilva che si terrà a Palazzo Chigi giovedì 9 novembre alle ore 10.30. “Nella convocazione – aggiungono – si legge che sarà una ‘riunione di aggiornamento’ rivolta alle organizzazioni sindacali. Fa sorridere il pensiero di essere aggiornati su una trattativa che il Governo ha portato avanti di nascosto, di cui sappiamo solo quanto letto sui giornali. Speriamo almeno che questa volta non si ripeta una stanca liturgia, con omissioni e incongruenze”. Per Rizzo e Colautti “si tratta di discutere il modello di sviluppo economico di questo paese, di come comporre le politiche industriali necessarie per affrontare la transizione ecologica e la decarbonizzazione. Questo non può essere possibile mettendo tutto nelle mani di un soggetto sprezzante delle nostre istituzioni e della rappresentanza dei lavoratori”.

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