Confindustria Taranto non condivide lo sciopero di 24 ore all’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, per il 6 maggio e invita le organizzazioni sindacali a fare quadrato. “Mai come in questo momento la produzione del nostro centro siderurgico va tutelata perché i venti di guerra non consentono di tracciare prospettive di alcun genere” dice Confindustria Taranto che oggi interviene col vice presidente Wladimiro Pulpo e col presidente della sezione metalmeccanica, Antonio Lenoci.
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“Attualmente, sul fronte acciaio, sia la Russia (con 2,4 milioni di tonnellate) sia l’Ucraina (2,8 milioni di tonnellate) sono responsabili, ciascuna, di poco più del 20% dei prodotti di base destinati all’industria siderurgica e meccanica italiana” rileva Confindustria Taranto. Per la quale “una parte del settore siderurgico italiano, a sua volta alla testa dell’intera filiera della meccanica del secondo Paese manifatturiero d’Europa, si potrebbe trovare a breve di fronte ad un complesso percorso di diversificazione dell’import”.
“In questo clima di estrema incertezza – dice Confindustria Taranto – rischiamo noi imprenditori del settore ma non solo (quella della siderurgia e della meccanica è una lunga filiera) di fermare parte delle nostre attività per mancanza di prodotti indispensabili alla nostra produzione”. “E’ per questo – rileva Confindustria Taranto – che non condividiamo, al di là delle motivazioni, lo sciopero proclamato dai sindacati per il prossimo 6 maggio, e che riteniamo invece che in un momento come l’attuale sarebbe opportuno fare massa critica e rivendicare risposte alle tante istanze ancora in piedi richiedendo un tavolo di discussione al Mise senza compromettere ulteriormente la produzione e creare ulteriori fratture”. “Un tavolo dal quale emergano chiaramente risposte sui piani industriale e ambientale, sui processi di decarbonizzazione, sulle risorse da mettere in campo e quindi sul futuro dello stabilimento” rileva infine Confindustria Taranto. (AGI)
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