L’assemblea di Acciaierie di Italia “resta aperta e si aggiorna a martedì” prossimo, oggi sono stati “fatti passi avanti”. Lo si apprende da fonti vicine alla società che ha riunito l’assemblea in viale Certosa a Milano. Non filtra molto sull’ordine del giorno di oggi. Poche notizie, mentre sono molti i nodi da sciogliere al vaglio dell’assemblea sul futuro dell’ex Ilva di Taranto, in mano al gruppo, che fa capo per il 62% ad Arcelor Mittal e per il 38% a Invitalia, società del ministero del Tesoro. Tra i temi da affrontare, le ventilate dimissioni del presidente Franco Bernabé, la questione della fornitura di gas per l’impianto di Taranto e la richiesta di 320 milioni per far fronte alle esigenze di produzione.
“Il rinvio è frutto dello stallo tra governo e ArcelorMittal perché il punto è sempre lo stesso: chi mette le risorse finanziarie. Questo perdere tempo è scaricato sulla pelle dei lavoratori e fa danno alla stessa azienda, all’ambiente e alla produzione”. Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil. “L’assemblea dei soci del più grande impianto siderurgico di Europa – aggiunge – discute di 320 milioni della bolletta e non trova una soluzione quando servirebbero 5 miliardi per rilanciare produzione occupazione e ambiente. Oggi si è svolto un presidio davanti la sede a Milano di Acciaierie d’Italia. Continueremo a mobilitarci finchè non ci sarà una risoluzione di questa situazione”.
Queste le DICHIARAZIONI DI VALERIO D’ALO’, SEGR, NAZIONALE FIM CISL.
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