L’emendamento del governo che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto, “consente di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto – a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da qualche opposizione – in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – viene spiegato – saranno definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo”. Secondo quanto si legge nella nota, “la nuova disciplina prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione: in questa maniera, l’emendamento assicura che la gestione dell’attività avvenga nel rispetto della normativa ambientale”. “In tal senso, l’emendamento approvato oggi in Senato coniuga l’esigenza di garantire la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori”, e Palazzo Chigi aggiunge che “infine, in coerenza con il recente orientamento del Consiglio di Stato, si provvede a coordinare la disciplina relativa all’autorizzazione integrata ambientale e quella contenuta nel Testo Unico degli Enti Locali relativamente alle ordinanze contingibili ed urgenti, evitando sovrapposizioni di competenze e di valutazione”.
IAIA (FDI): “PER NOI DECARBONIZZAZIONE E’PRIORITA'”
“Il Governo Italiano ha chiarito la ferma volontà di decarbonizzare l’ex Ilva per farla tornare ad essere non solo l’acciaieria più grande d’Europa, ma soprattutto quella più sostenibile. Per fare questo occorreva ristabilire la strategicità dell’impianto e assicurare che l’intero processo di decarbonizzazione non fosse solo annunciato, ma realizzato. In altre parole, abbiamo fatto ciò che si doveva sin dal 2017 quando al Governo c’era il Pd e ha venduto l’impianto, senza chiedere nè sostenere la decarbonizzazione”. Così il parlamentare Dario Iaia, componente della commissione Ambiente e coordinatore provinciale Fratelli d’Italia Taranto, dopo l’approvazione dell’emendamento, dalla commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, in sede di conversione del decreto legge salva infrazioni, che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto. “Noi – aggiunge Iaia – siamo intervenuti per risolvere le problematiche successive alla confisca dell’impianto che rende impossibile prevedere investimenti in tal senso. Il Pd in quei mesi invece, era impegnato a sbrogliare le lotte interne tra chi al Governo vendeva l’impianto e chi a Bari e Taranto vinceva campagne elettorali, promettendo la chiusura degli impianti. Ora, mentre noi ribadiamo la strategicità dell’impianto come base per finanziare e realizzare la decarbonizzazione, il Pd provi ad avanzare delle proposte che possano aiutare a realizzare tale disegno non nell’interesse della politica, ma dell’Italia e dei tarantini”.
TURCO (M5S): “SI VUOLE BOMBA SOCIALE ED ECOLOGICA”
“Il governo ha deciso di tirare dritto con il Dl Infrazioni. Ogni nostra proposta di subemendamento per raddrizzare il tiro sull’ex Ilva di Taranto è stata respinta al mittente. I nostri emendamenti andavano in una direzione chiara: introdurre garanzie precise in termini di sicurezza della salute, rispetto dell’ambiente e tutele dei lavoratori e delle imprese dell’indotto. Ormai è chiaro: il governo vuole che l’acciaieria continui a produrre a ogni costo, e pazienza se essa continuerà a essere una vera propria bomba ecologica e sociale come è stato per decenni. Il governo dimostra tutta la sua incapacità cancellando persino dal Pnrr gli oltre 1,2 miliardi di euro destinati proprio alla decarbonizzazione dell’impianto siderurgico. Adesso tutto diventa più difficile e incerto. Sono svanite persino le promesse del Ministro Urso sull’accordo di programma per salvaguardare i lavoratori e le imprese dell’indotto che saranno costrette rispettivamente a vivere di cassa integrazione, di precarietà e incertezza. Viene anche rafforzato lo scudo penale, già reintrodotto dallo stesso Governo Meloni, estendendolo alla fase successiva al processo di decarbonizzazione, a dimostrazione che non ci sarà mai pace per l’ambiente e la salute dei cittadini di Taranto anche dopo tale processo, se e quando esso avverrà. A Giorgia Meloni e a questo governo di rendere il polo siderurgico tarantino più sostenibile non importa proprio nulla. Adesso, ci aspettiamo una dura reazione dell’intero territorio, non interpellato da questo cambio di prospettiva, a cominciare dall’opporsi ad una richiesta di autorizzazione integrata ambientale (AIA), scadente il prossimo 23 agosto, che prevede per i prossimi 12 anni solo la produzione a carbone. Tutto ciò crea ulteriore incertezza sul futuro e certifica la confusione che regna all’interno del governo”. Così in una nota il vicepresidente del M5s Mario Turco.
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