EX ILVA: ALTOFORNO 2, ORA CRONOPROGRAMMA PER LO SPEGNIMENTO

Dopo il "no" del giudice alla richiesta di concessione in facoltà d'uso dell'impianto

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Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Francesco Maccagnano,  ha respinto la richiesta di concessione della facoltà d’uso dell’Altoforno 2 (sotto sequestro) dello stabilimento siderurgico di Taranto, condizionata alla realizzazione dei lavori di messa a norma, presentata dall’Ilva in Amministrazione straordinaria. Viene dunque confermato lo spegnimento dell’impianto ordinato dalla Procura dopo che, il 9 luglio scorso, il gup Pompeo Carriere aveva rigettato la richiesta di dissequestro in quanto risultano attuate pienamente solo due delle 7 prescrizioni imposte a seguito dell’incidente in cui perse la vita l’operaio Alessandro Morricella. Da fonti dell’Ilva in As, si apprende che i commissari «stanno valutando cosa fare rispetto a questo respingimento».

Dal canto suo  ArcelorMittal “prende nota della decisione del Tribunale di Taranto, recapitata a Ilva in As, di rigettare la revoca del sequestro dell’altoforno 2. L’Azienda ha preparato un calendario per la chiusura dell’altoforno 2 come richiesto». Lo sottolinea un comunicato di ArcelorMittal Italia dopo la decisione del giudice monocratico del tribunale di Taranto Francesco Maccagnano, che ha negato la facoltà uso dell’altoforno 2 (sotto sequestro). 

Nei giorni scorsi si è svolto un incontro nello stabilimento siderurgico ArceloMittal tra il custode giudiziario Barbara Valenzano, i carabinieri del Noe, e l’azienda, da cui è emerso che serviranno due mesi per procedere allo spegnimento. L’incarico sarà affidato alla ditta Paul Wurth. Una volta attuato lo spegnimento, resteranno in marcia solo due altiforni con una limitazione della produzione.

L’impianto fu sottoposto a sequestro preventivo il 18 giugno 2015 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente sul lavoro costato la vita all’operaio Alessandro Morricella (investito da una fiammata mista a ghisa incandescente mentre misurava la temperatura dell’Afo2) e convalidato con ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del 26 giugno. L’esecuzione del sequestro preventivo fu poi sospesa in virtù dell’entrata in vigore del decreto legge n. 92, in base al quale «l’esercizio dell’attività d’impresa degli stabilimenti di interesse strategico non è impedito dal provvedimento di sequestro». Ma l’azienda era tenuta comunque ad ottemperare ad alcune prescrizioni, a cui ha adempiuto solo parzialmente. E’ quanto ha rilevato il custode giudiziario Barbara Valenzano, che ora dovrà redigere il cronoprogramma di spegnimento.

 

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