EMISSIONI ENI, LIVIANO CHIEDE COLLABORAZIONE: “LA CITTA’ E’ ESASPERATA”

“Non si può continuare a regalare ai cittadini il nauseante odore di zolfo. Urge un più fattivo impegno sul versante della tutela ambientale e della sicurezza”

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Il consigliere regionale scrive al direttore della Raffineria di Taranto in merito all’incidente: l’ennesimo episodio che ha acceso le proteste e l’indignazione.

“Egregio direttore,

quanto accaduto martedì pomeriggio a Taranto è di una gravità inaudita. Purtroppo non siamo di fronte a fatti isolati dal momento che, non volendo andare troppo indietro nel tempo, un analogo episodio si è verificato lo scorso 18 luglio, quindi non più di un mese fa, quando l’aria della città fu resa irrespirabile da una fortissima puzza di gas che ha causato anche seri problemi di respirazione ai cittadini residenti nei quartieri a ridosso della Raffineria.

Ma quello che più preoccupa è il fatto che l’incidente verificatosi nel pomeriggio di martedì avrebbe provocato, qualora non bastassero le emissioni in atmosfera, sversamenti di idrocarburi in Mar Grande. Un fatto, quest’ultimo, altrettanto grave visto che dalla valorizzazione della risorsa mare si vuol far partire la rinascita e la ripresa socio-economico-culturale della città.

Egregio direttore, credo che un importante insediamento industriale, quale è la Raffineria Eni, non possa essere messa continuamente in ginocchio da eventi atmosferici seppure molto intensi. Secondo informazioni in mio possesso, a causare il tutto sarebbe stato un fulmine che ha mandato in tilt la centrale Turbogas che fornisce energia elettrica agli impianti qualora si verifichino black out dovuti all’interruzione di erogazione energetica da parte della Terna, operatore che gestisce le reti, da cui la Raffineria dipende.

Credo, a questo punto, che il management dell’azienda debba attivarsi perché la Raffineria possa dotarsi di più impianti erogatori di energia elettrica magari sul modello di quelli utilizzati negli stabilimenti di Mantova il cui impatto ambientale è dieci volte inferiore rispetto a quello attualmente in funzione all’interno della Raffineria di Taranto.

La nostra città, caro direttore, deve fare i conti con il disastroso impatto ambientale causato da decenni di produzione Ilva per cui non può permettersi ulteriori scossoni al già delicato equilibrio ambientale con il quale deve fare i conti quotidianamente. Non oso pensare quanto potrebbe accadere con Tempa Rossa a pieno regime. Certo è che non si può continuare a regalare alla città e ai cittadini il nauseante odore di zolfo come avvenuto nella giornata di martedì e, in parte, nella mattinata di mercoledì. Per questo, egregio direttore, le chiedo un più fattivo impegno sul versante della tutela ambientale e della sicurezza sia per quanto riguarda i lavoratori che operano all’interno della Raffineria sia per la cittadinanza tutta.

Già ieri, appena appreso dell’incidente, ho contattato l’Arpa per acquisire informazioni sulla natura delle emissioni e su quanto e cosa sarebbe stato sversato in Mar Grande. La città è esasperata, caro direttore, per cui sarebbe il caso che da parte dell’azienda che lei dirige venissero tempestivamente fornite informazioni dettagliate su quanto accaduto e, sopratutto, venissero adottate tutte le misure atte ad evitare che simili incidenti, che mandano in blocco l’intero impianto e che, con l’accensione delle torce, provocano emissioni di gas nell’aria, possano ripetersi. So benissimo che all’interno della Raffineria sono già in atto numerosi sistemi di controllo e che viene applicato un protocollo rigidissimo come prevede la normativa sulla certificazione di qualità. Evidentemente tutto questo non basta per cui chiedo all’azienda di compiere uno sforzo in più.

Per quanto mi riguarda, oltre a continuare a essere vigile su questa questione, presenterò una interrogazione urgente al direttore del dipartimento Ambiente, dott.ssa Barbara Valenzano, e allo stesso presidente Michele Emiliano che è anche assessore alla Salute”.

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