DE VITO, UN TARANTINO CON I GRANDI DI HOLLYWOOD
L'attore ha lavorato con Allen, Cruise, Benigni e Mel Gibson in "The passion"
Il suo volto è notissimo, di quelli che non dimentichi. Ha recitato con i grandi di Hollywood in tante produzioni internazionali. Alterna il cinema con il teatro, ma non disdegna le fiction più popolari. È stato diretto da Mel Gibson, Woody Allen, Roberto Benigni e Ridley Scott, ha recitato con Tom Cruise: ed è tarantino. Anche se in pochi lo sanno.
Francesco De Vito è un attore con la A maiuscola: ma, al tempo stesso, rifugge dalla spocchia delle star del piccolo e grande schermo. Garbo e simpatia sono i tratti distintivi: lo sanno bene i giovani attori che hanno frequentato i suoi corsi-workshop organizzati dall’Associazione di promozione culturale e teatrale «Massimo Troisi», diretta da Raffaele Boccuni e dalla scrittrice Maria Teresa Liuzzi. De Vito non è voluto mancare alla presentazione del romanzo d’esordio firmato dalla Liuzzi, «Sofia e Sofia». Al termine della serata, passeggiando per le vie del centro di Taranto, abbiamo chiacchierato e scherzato con lui. Tra passato, futuro e sogni da realizzare. Mentre stanno per partire nuovi e importanti progetti cinematografici.
Francesco De Vito, da Taranto alla “Passione” di Mel Gibson. Come è nata la sua carriera?
«Ho vissuto a Taranto l’infanzia e l’adolescenza. Andando a scuola e giocando a pallacanestro con la Renato Moro. La Ricciardi, la Libertas e il Cras erano i nostri avversari. Poi sono andato a Bologna per gli studi universitari: in seguito mi sono trasferito a Roma e ho iniziato a frequentare corsi di recitazione, workshop e laboratori. Pian piano ho capito che una passione autentica, iniziata come una curiosità, poteva diventare un lavoro».
Ha partecipato a grandi produzioni internazionali con attori e registi di grido. Come ci è riuscito?
«Nella maniera più normale, a dir la verità. Per “The passion”, ad esempio, ho fatto “semplicemente” un provino, che mi ha dato la possibilità di essere valutato. L’esito è stato positivo ed ho avuto il dono di poter recitare in quella che ritengo un’opera d’arte meravigliosa».
Poi sono arrivati gli altri grandi film…
«Il procedimento è stato più o meno identico. Di provino in provino. Credo che sia giusto farli: danno la possibilità al regista di poter vedere un attore all’opera e comprendere se può recitare al meglio la parte e se rispecchia pienamente le sue idee. Oppure offrono l’occasione per entrare in contatto con attori che hanno un punto di vista diverso e creano un confronto positivo».
Ha recitato anche in molti serial importanti. Come giudica queste esperienze?
«Ho fatto diverse fiction. Ricordo con piacere “La strana coppia” con Luca e Paolo, tratta dal testo di Neil Simon: impersonavo Ivo Grossi, un poliziotto amico di entrambi. Ma ho partecipato anche a “Don Matteo”, “Un passo dal cielo”, “I Borgia”. La serialità televisiva è diventata uno strumento importantissimo, grazie alle nuove tecnologie e alle varie “piattaforme” si producono lavori di qualità. Lo spettatore può fruire di prodotti interessanti seduto comodamente nella propria casa».
Cosa le hanno regalato i grandi attori con cui è entrato in contatto?
«È stato un privilegio lavorare con loro e scoprire come intendono questa professione: tutto si basa su una grandissima passione per la recitazione, amore e la curiosità per il mondo e per l’essere umano. Ognuno di questi “grandi” mi ha donato emozioni preziose, che restano dentro. La partecipazione a “The passion” ha lasciato il segno, non ha prezzo: è stato un lavoro molto lungo che mi ha dato, sotto il profilo umano e professionale, una ricchezza incalcolabile».
Ci confidi sogni e obiettivi.
«Ho un desiderio legato a Taranto. In tanti anni di carriera non ho mai avuto la possibilità di girare un film o una fiction nella mia città o di recitare in un grande spettacolo. Spero di poterlo fare presto. Per il resto vorrei continuare a lavorare a livello internazionale e a recitare in inglese. È la lingua che permette, ad esempio, ad un italiano e a un russo di comunicare senza problemi: la comunicazione è alla base della vita».
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